Paratie, ora è rissa
Il Governo: «Basta
o non si ripartirà»

Al vertice scontro tra Comune e Regione, Grassi striglia entrambi

Comune e Regione litigano all’incontro convocato a Milano, alla presenza del Governo. Per il futuro del lungolago nessun passo avanti.

Il vertice di ieri mattina a Palazzo Lombardia, durato oltre due ore, non ha portato - contrariamente agli annunci - a individuare un percorso (con i relativi tempi) per ripartire con i lavori, ma si è arenato per uno scontro tra istituzioni. Al tavolo il sindaco Mario Lucini (con il segretario generale Tommaso Stufano e il dirigente Pierantonio Lorini), i tecnici della Regione (in primis il dirigente Dario Fossati), ma anche Mauro Grassi (direttore di Italia Sicura, struttura che risponde direttamente al Governo) e il referente dell’Autorità di Bacino.

Lucini si è presentato senza aver trovato il nuovo tecnico responsabile del procedimento (quello che aveva indicato si è chiamato fuori) e così la Regione (che avrebbe dovuto indicare il direttore lavori) è andata su tutte le furie accusando Palazzo Cernezzi di «non rispettare i patti» e di «inaffidabilità». L’assessore regionale al Territorio Viviana Beccalossi, pur ribadendo la «volontà della Regione di trovare una soluzione», ha usato parole di fuoco. «Il Comune è inaffidabile da più punti di vista e non possiamo averlo come partner né fornire nostro personale. A questo punto revochino il contratto e noi subentreremo successivamente per far ripartire i lavori».

Deluso e arrabbiato per l’esito della riunione, il direttore di Italia Sicura Mauro Grassi invita i due enti a congelare le rivendicazioni. «Penso soltanto - ha dichiarato nella serata di ieri a “La Provincia”- che i cittadini abbiano il diritto di veder ripartire i lavori. Il resto sono beghe tra istituzioni». E ancora: «Noi non siamo i salvatori della patria. Ci siamo messi a disposizione per trovare le soluzioni tecniche tenendo presente che il Comune è in una situazione non facile». Nonostante la fumata nera, afferma: «Spero che ancora ci sia spazio per riprendere la strada che avevamo faticosamente messo a punto». «Se ci si dà da fare sono convinto che in un anno i lavori possano riprendere, se invece ci mettiamo a litigare tra di noi diventeranno due o tre e allora fanno bene i cittadini a buttarci fuori tutti. Mettiamo da parte l’orgoglio individuale, il sindaco e il presidente della Regione si mettano d’accordo davanti a una camomilla. Lucini nomini un tecnico serio e la Regione trovi un direttore lavori».

© RIPRODUZIONE RISERVATA