Novedratese chiusa per tre mesi
Gli autotrasportatori: «Disastro»

La categoria: «Impensabile lavorare così, il prefetto convochi un tavolo». La Provincia: «Non c’è alternativa, già attivata la procedura d’urgenza». Costo di 300mila euro

Alla notizia della chiusura della strada provinciale Novedratese per tre mesi, a causa del danneggiamento del ponte di via Dei Giovi a Carimate, il commento unanime è stato di sconforto. Prevedendo gravi disagi alla viabilità, code infinite, ritardi e automobilisti esasperati. Previsione che si sta regolarmente avverando.

E la paura è che questi tre mesi possano trasformarsi in un periodo più lungo, evocando il caso di Annone Brianza, crollato nell’ottobre del 2017 - in quel caso con una vittima - e ancora in attesa di venire ricostruito.

Tanto che oggi le associazioni di categoria chiedono a gran voce tempi celeri e burocrazia snella. E chiedono di venire convocate per un confronto con la Provincia. Proprio la Provincia, con il dirigente del settore Viabilità e Opere Pubbliche Bruno Tarantola, assicura che quei tre mesi non si moltiplicheranno: «Abbiamo fatto questa stima perché possiamo permettercelo. Abbiamo già chiesto di mettere in produzione le travi prefabbricate e tra una decina di giorni potranno essere pronte, ma prima dobbiamo valutare gli aspetti progettuali. Comunque abbiamo cominciato a muoverci, e lo facciamo con procedure di somma urgenza».

Il che significa tagliare i tempi dell’iter di affidamento dei lavori, il cui costo è stimato nell’ordine di 300mila euro. Un vero e proprio disastro viabilistico quello accaduto lunedì mattina a Carimate in via Dei Giovi, causato da un camion fuori sagoma che trasportava una gru che ha colpito il cavalcavia sopra il quale corre la Novedratese.

Il braccio del macchinario ha tagliato come una lama i tondini inferiori delle armature di otto delle dodici travi portanti in cemento armato e l’esito del sopralluogo dei tecnici della Provincia è stato il peggiore possibile: la provinciale Novedratese dovrà essere chiusa totalmente al traffico per non meno di tre mesi, ovvero il tempo necessario per abbattere e ricostruire il cavalcavia.

Duro il commento di Giorgio Colato, presidente della Fai, associazione interprovinciale degli autotrasportatori di Como e Lecco: «C’è da piangere. Come faranno a trasportare le merci? È un danno enorme per la vivibilità e per l’economia del territorio. Saranno tre mesi come per il ponte di Annone? Non vedo la buona volontà di risolvere il problema ma quella di giustificare il proprio operato, la cultura del divieto».

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