Nibionno: Joele colpito cento volte

Dna contro tre degli imputati

Giovedì in Inghilterra la fase più straziante del procedimento, alla sbarra quattro lituani

Bevvero tutto il giorno poi la violenza. Riascoltata la voce di Alex che chiede aiuto

Uno degli accusati stava per essere mandato via dalla palazzina in cui da poco alloggiavano anche gli italiani. E proprio questi ultimi vennero ritenuti dagli aguzzini i responsabili della denuncia.

È racchiusa in questa assurda motivazione - assurda e non vera, come ha precisato ieri l’accusa - la molla che fece scattare la spedizione punitiva costata poi la vita al nibionnese Joele Leotta.

Una molla intrisa nell’alcol che gli accusati di nazionalità lituana, avrebbero assunto per tutta la giornata, prima di sfogare la loro violenza sui due giovani brianzoli.

E’ ripreso ieri a Maidstone il processo agli accusati delle lesioni fatali che uccisero, il 20 ottobre scorso, Joele Leotta e furono inferte anche al coetaneo Alex Galbiati di Rogeno (entrambi ventenni, in Inghilterra a lavorare e imparare la lingua).

Addosso a tre degli imputati sono state trovate tracce del Dna della vittima. Non su Gelezinis, inizialmente trattato come testimone e poi divenuto imputato: proprio lui stava per essere mandato via dalla palazzina.

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