«Mio papà ucciso con 19 coltellate
Ora mi è difficile perdonare Luca»

Cantù - Parla il figlio di Giovanni Volpe: «Cinque colpi al volto, è crollato mentre fuggiva»

«La prima volta che ha scritto dal carcere, poco dopo quello che era successo: zio, vienimi a trovare, così ti spiego perché ho ammazzato il nonno. A trovarlo in carcere, perché? Per me, è difficile. La seconda lettera, non l’ho neanche letta, l’ha letta mia moglie: lui si scusava, si pentiva. Le solite cose. L’ha scritta perché sarebbe stato il compleanno di mio papà, ucciso con 19 coltellate. Cinque di queste, gliele ha sferrate al volto. Mio papà aveva le mani tagliate, per difendersi dalle coltellate. Dalla porta, aveva provato a raggiungere la portafinestra, per andare sul balcone. Ma era riuscito ad arrivare soltanto a metà stanza. Non voglio passare per uno senza sentimenti. Ma, per i parenti più stretti, francamente, è difficile perdonare».

Il pm ha chiesto 30 anni

È un ripercorrere doloroso, quello che sta vivendo anche in questi giorni Paolo Volpe, il figlio di Giovanni Volpe: il nonno 78enne, ucciso dal nipote l’anno scorso, a Vighizzolo.

Paolo è lo zio di Luca Volpe, 27 anni. Il pm, in Tribunale a Como, l’altro giorno ha chiesto una condanna a 30 anni: il massimo possibile nel rito abbreviato, l’iter giudiziario scelto dalla difesa.

«Sono passati quattordici mesi dal giorno dell’omicidio - dice Paolo Volpe - Solo quello che abbiamo passato e abbiamo visto quel giorno».

L’intervista completa su La Provincia in edicola domenica 19 maggio

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