Lupi, nuovi avvistamenti: «Basta, va protetto l’uomo»

Chiavenna Il presidente della Comunità montana chiede di rivedere la normativa che salvaguarda l’animale. Trussoni: «Non è in via di estinzione: in estate 70 capi predati. E cresce la preoccupazioni tra le persone»

Basta con il «paradigma dell’assoluta protezione» del lupo. Prende carta e penna il presidente della Comunità montana della Valchiavenna Davide Trussoni e si rivolge a Governo, Regione Lombardia, Provincia di Sondrio e prefetto.

«È notizia di questi giorni un nuovo avvistamento di un branco di lupi nella piana della Valchiavenna tra la frazione di Somaggia di Samolaco e quella di San Cassiano in comune di Prata Camportaccio. L’avvistamento ripetuto durante più giornate consecutive e in orario diurno, nel primo pomeriggio, è ben documentato da una serie di video e immagini resi pubblici anche attraverso canali social. Questi avvistamenti avvengono dopo un’estate tremenda dal punto di vista delle predazioni».

I numeri

Qui Trussoni fornisce qualche dato aggiornato relativo al 2022. Le predazioni sono 13 con 70 capi morti ai danni di 10 aziende agricole. Numeri che sembrano, peraltro, essere sottostimati. Nel recente incontro che ha visto la partecipazione di portatori di interesse, allevatori hanno denunciato oltre 130 capi morti. Si parla di ovocaprini, ovviamente. Una differenza che sarebbe imputabile alla mancata segnalazione degli eventi.

«La presenza di questi animali - continua Trussoni - getta molta preoccupazione nella popolazione anche perché da come è possibile vedere anche dai video e dalle testimonianze raccolte, siamo in presenza di uno o più soggetti molto confidenti che si lasciano avvicinare molto dall’uomo e questo avviene a poche decine di metri dalle case di abitazione e dalle attività agricole. Le stesse aree fanno inoltre parte di itinerari escursionistici e ciclabili molto frequentati da adulti e bambini».

Quanti siano i lupi in valle è difficile dirlo. Durante l’incontro del 18 dicembre il Comitato Caccia ha avanzato l’ipotesi della presenza di almeno otto piccoli nuclei di lupi sul territorio. Ipotesi, ovviamente, tutta da verificare.

Come da verificare è la voce che da qualche tempo circola nel fondovalle. Cioè che il lupo macabramente ucciso e appeso ad un cartello stradale di Samolaco alla fine della scorsa estate non sarebbe un episodio isolato. Chiacchiere da bar, per il momento. «Sono consapevole che la tematica non è di facile risoluzione, ma partendo dal dato assolutamente inconfutabile che ad oggi il lupo non può più essere considerato un animale in via di estinzione, ritengo assolutamente necessario e non più prorogabile un adeguamento normativo che ne consenta la corretta gestione e non solo la tutela. Solo così potremmo evitare che la presenza di questo grande predatore diventi un problema anche dal punto di vista della sicurezza ai nostri cittadini».

«Cambiamo paradigma»

Quindi Trussoni scandisce: «Occorre cambiare il paradigma di “assoluta protezione” fin qui tenuto, perché se è vero che ci sono importanti progetti finanziati anche dall’Unione Europea che prevedono ingenti investimenti anche di natura economica occorre probabilmente cambiare l’obbiettivo del progetto trasformando le “azioni coordinate per migliorare la coesistenza fra lupo e attività umane a livello di popolazione alpina” in “azioni a tutela della biodiversità e delle attività umane a livello di popolazione alpina” proteggendo i veri custodi delle Alpi che sono i nostri agricoltori e nostri allevatori che di fronte alle troppe predazioni di questi mesi stanno anche in Valchiavenna abbandonando sempre più questa preziosa attività».

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