Lucchini non deve più pagare la Rsa

Riconosciuto lo stato vegetativo dell’aiuto sacrestano aggredito con un cacciavite e ridotto in coma. Una prima giustizia ottenuta, ora c’è il processo - Il fratello Valentino: «Mi auguro il massimo della pena per Casula».

Gianmario Lucchini, in stato di coma da ormai oltre un anno, non dovrà più pagare la retta della casa di riposo di Grosotto nella quale è ospite da luglio, ovvero da quando è stato dimesso dall’ospedale Morelli di Sondalo.

Gli è stato riconosciuto lo stato vegetativo e, quindi, la Regione Lombardia lo esenta dal pagamento dei 1.200 euro al mese previsti per la degenza. «Non si può dire che giustizia è fatta, ma è giusto che a Gianmario sia stato riconosciuto questo stato, perché queste sono le sue effettive condizioni di salute. Era doveroso venissero riconosciute. Manca solo l’ufficialità, ma la battaglia è stata vita. Ringrazio Asl e Regione Lombardia per l’aiuto che ci hanno dato e la sensibilità dimostrata», afferma il fratello Valentino, che non l’ha mai lasciato solo da quel 23 agosto 2014.

Finisce quindi la beffa per Gianmario, 34 anni, che dopo essere stato ridotto in stato vegetativo da Emanuele Casula (il quale oltre che per questo tentato omicidio verrà processato a gennaio per l’omicidio di Veronica Balsamo), oltre a non essersi più ripreso da quello stato, non veniva riconosciuto come tale dalle valutazioni mediche e, quindi, era tenuto a pagare il soggiorno in casa di riposo, dove è costretto per le continue cure sanitarie di cui ha bisogno. Per rivendicare i diritti di Gianmario si è battuto l’avvocato grosottino Antonio Sala Della Cuna, che Valentino tiene a ringraziare: «Siamo vicini di baita in montagna, ci lega un rapporto che va al di là del suo ruolo professionale, quando mi sono affidato a lui, sapevo che avrebbe fatto tutto quello che era possibile per il bene di Gianmario».

Per difendere la causa del fratello, Valentino la settimana scorsa è stato negli studi televisivi de “I Fatti Vostri” su Rai Due: «In televisione ritornerei esclusivamente se raccontare la mia esperienza al fianco di mio fratello, dopo che è stato ridotto in queste condizioni, potesse servire per altre persone che si trovano in drammi simili - racconta -. Spero che in ogni famiglia in Italia dopo una vicenda come quella accaduta a mio fratello e a Veronica Balsamo ci sia stato un momento di riflessione. L’educazione parte sempre dalla famiglia, gli altri possono solamente aiutare».

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