«Lo sfratto è stata l’ultima goccia»

La moglie separata dell’uomo che si è impiccato: «Era depresso, soffriva da tempo. Ma non sapevamo»

Ecco il testo del biglietto lasciato da Franceschini: «Chiedo scusa a tutti, in particolare a mio figlio»

Le sue ultime parole le ha scritte su un biglietto: «Per l’ennesima volta faccio una cazzata. Chiedo scusa a tutti, in particolar modo a mio figlio».

Il mistero sul suicidio di Giorgio però rimane. «Soffriva di depressione da un po’ ma nessuno di noi è stato in grado di capirlo». Per Barbara Maggioni, ex moglie di Giorgio Franceschini, è questo il motivo per cui il pensionato di 68 anni, che abitava solo in un appartamento al civico 29 di via Manara la mattina di lunedì si è tolto la vita con un cappio attorno al collo.

Lo sfratto sarebbe perciò solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai colmo. Gli amici dell’ex tecnico di sci del negozio Longoni Sport raccontano infatti come Franceschini da tempo avesse problemi economici. La prospettiva di trovarsi in mezzo a una strada senza un euro e solo, deve averlo spinto al gesto estremo.

«Per me - racconta l’ex compagna - Giorgio aveva una forte depressione e problemi economici. Ma non immaginavamo che fossero tali da portarlo a fare una cosa del genere. Non era il tipo. Escludo che la causa possa essere stato lo sfratto. Probabilmente, c’era dell’altro. Aveva qualcosa dentro ma nessun problema di salute».

Dello sfratto, tuttavia, l’ex moglie, come il figlio Federico, hanno saputo soltanto a tragedia ormai compiuta. Pur vedendosi di tanto in tanto, il pensionato non vi aveva mai fatto cenno. «Da un po’ ci eravamo riconciliati, molti anni dopo il divorzio. Un anno fa, Giorgio aveva riallacciato anche i rapporti con nostro figlio Federico. La sera di domenica, erano insieme. Hanno riso e scherzato fin quasi a mezzanotte, guardando la tv. Negli ultimi mesi, mio figlio lo vedeva strano. Più volte gli ha domandato se avesse problemi. Giorgio però ha sempre risposto che non c’era nulla. La mattina, invece, ha fatto quello che sappiamo».

«Non voleva andarsene da lì»

Dello sfratto, «abbiamo saputo solo dopo il suicidio. Se lo avessimo saputo, lo avremmo aiutato. Aveva un fratello e una sorella. Aveva noi. Bastava dicesse qualcosa e avremmo trovato una soluzione. Forse, però, non voleva andarsene di lì».

Mercoledì 10 alle 10.30 nella parrocchia di Barzanò si terranno i funerali: la camera ardente è stata allestita proprio in quella casa che Giorgio non voleva lasciare. Da quella porta uscirà oggi solo da morto.

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