L’iPhone5 è una cassaforte
Non svela neppure un killer

Le indagini su un omicidio si bloccano di fronte al nuovo prodotto della Apple e alle norme giuridiche americane

Dentro l’iPhone 5 c’è il segreto di un delitto. Ma è protetto dalla password e nessuno riesce a violarla, neppure (forse) la stessa Apple. Che , meglio, non vuole violarla. E nessuno altro può farlo perchè il proprietario dell’iPhone, una donna, è morta. Uccisa. E proprio nel cellulare potrebbe celarsi l’identità dell’assassino.

E’ la storia che racconta il Corriere della Sera e si riferisce all’omicidio di una donna di 55 anni nel luglio scorso a Milano. Legata e imbavagliata ma non rapinata, la donna aveva problemi di droga e , pare, amasse pratiche sadomaso. Ma quando, per risalire ai suoi amici, i poliziotti hanno cercato di entrare nelle memorie dei tre cellulari che la vittima aveva, sono riusciti a violarne solo due. L’iPhone5 ha resistito. Con i precedenti prodotti Apple il gioco riusciva, con questo no. I magistrati si rivolgono direttamente a Cupertino, ma la Apple dice che bisogna portare l’apparecchio negli Usa e con un ordine del giudice. Il problema diventa una guazzabuglio giuridico tra norme americane e italiane. E intanto l’assassino non si trova.

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