Libeskind e l’inchiesta di Anac
«Tutto è partito da un esposto»

Il presidente Anticorruzione: «Verifiche dopo una segnalazione»

L’inchiesta avviata dall’Anticorruzione sulla sponsorizzazione che ha portato all’installazione dell’opera “The life electric” di Daniel Libeskind è partita da un esposto. Lo dice il presidente dell’Anac Raffaele Cantone che non entra nel merito dell’istruttoria, ma chiarisce che «è arrivato un esposto sul quale si stanno facendo gli approfondimenti».

E aggiunge: «Il meccanismo dell’attività di vigilanza è che se arriva un esposto l’ufficio avvia l’attività, chiede le informazioni e, fino a che non si verifica qualcosa di concreto, il consiglio non viene interessato. Nel caso di specie c’è stato un esposto, noi abbiamo fatto una richiesta di accertamenti e il Comune ci spiega. L’apertura dell’istruttoria si verifica quando c’è un fumus con riferimento o meno alla fondatezza o meno dell’esposto. E il compito è quello di approfondire».

Cantone, parlando più in generale delle sponsorizzazioni pubbliche, chiarisce: «A prescindere dal caso specifico, i meccanismi di sponsorizzazione o comunque le attività fatte nell’interesse pubblico da cui si ottiene un risultato, sono regolate da norme, non sono libere. Ci sono regole, soprattutto quando dall’attività pubblica legittimamente si ottiene un vantaggio economico. Per fare un esempio, i lavori del Colosseo sono stati la prima grande sponsorizzazione e ci sono stati parecchi esposti: in quel caso erano stati dati 30 milioni senza un utile di qualunque tipo. Se c’è qualcuno che fa un esposto è perché, evidentemente, ci può essere anche un altro soggetto interessato a fare una sponsorizzazione. Non è un fatto neutro».

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