L’economia lecchese

«Brutto 2014, il 2015 migliorerà»

I dati del centro studi di Confindustria che negli ultimi sei mesi ha registrato solo cali. Ma il nuovo anno mostra segni incoraggianti

L’economia lecchese «Brutto 2014, il 2015 migliorerà»

Domanda, produzione e fatturato rallentano, ma tendenzialmente l’industria lecchese tiene. Sono questi i principali indicatori raccolti dai centri studi di Confindustria Lecco e Unindustria Como e inseriti nell’Osservatorio congiunturale del secondo semestre 2014.

Un passo indietro, dunque, per il comparto nella nostra Provincia, tale da andare a intaccare i buoni risultati fatti segnare soltanto nella prima metà dello scorso anno. Rispetto a giugno, infatti, dicembre si è chiuso con una contrazione del 5,2% per gli ordini, del 2,7% per l’attività produttiva e del 3,2% per il fatturato, ma le previsioni per questo primo semestre 2015 sono favorevoli.

Per quanto riguarda la domanda, il rallentamento congiunturale ha assorbito quasi interamente il dato positivo (+5,7%) rilevato a giugno rispetto a dicembre 2013, disattendendo le previsioni che, in quella sede, parlavano di un ulteriore incremento di 2,5 punti. La variazione tendenziale, misurata sul secondo semestre del 2013, si è attestata invece a +2,2%. Le previsioni per il periodo gennaio-giugno 2015 segnano comunque un +3,5%.

Brusca frenata anche per la produzione, dove il -2,7% annulla completamente il +2,2% precedente e dà un netto colpo di spugna alle aspettative, per le quali si sarebbe dovuta registrare un’ulteriore variazione positiva di oltre 3 punti. L’esame con il secondo semestre del 2013 evidenzia invece una variazione del +1%.

Si attesta invece al 74,1% il tasso medio di utilizzo della capacità produttiva, che varia a seconda della caratteristica dimensionale delle aziende del campione: per le aziende sino a 50 occupati la capacità mediamente impiegata risulta inferiore mentre è più elevata per le imprese più grandi.

La produzione non realizzata internamente, ma sviluppata attraverso pratiche di outsourcing, contribuisce per circa il 15% del totale, dato in crescita rispetto a quanto registrato per il primo semestre 2014. Prevalentemente italiani i subfornitori (12,8%).

Anche in relazione al fatturato le previsioni erano positive (+2%), ma ci si è attestati su un rallentamento congiunturale del 3,2%, mentre il calo tendenziale è pari allo 0,6%. Per i primi sei mesi di quest’anno però le aspettative sono di un nuovo miglioramento, con un atteso +2,4%.

Importante, in termini di fatturato, la quota legata all’export, che sul totale delle vendite pesa per oltre il 42%. In questo senso, la principale area di riferimento resta saldamente l’Europa occidentale, destinataria di oltre la metà delle merci che partono dal Lecchese. Altri mercati di interesse sono i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, 4,1%), Est Europa (3,6%), Stati Uniti (3,2%) e Asia Occidentale (2,4%). La quota di fatturato generato entro i confini nazionali risulta invece pari al 57,8%.

Rilevato che nei rapporti tra le imprese e gli istituti di credito non sono insorti peggioramenti particolari (al di là dell’aumento delle spese e delle commissioni bancarie, di tassi e richieste di garanzie che ha interessato oltre un’azienda su dieci), l’Osservatorio si è infine focalizzato sullo scenario occupazionale.

In questo senso, il periodo luglio-dicembre ha confermato il mantenimento dei livelli con un quadro di stabilità legato alla sostanziale compensazione tra giudizi di crescita (9,7%) e di diminuzione (11,9%).

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