Lecco, le carte di Metastasi

«Coco Trovato, regista dal carcere»

Secondo la Guardia di finanza il boss Franco avrebbe inviato “pizzini” al suo reggente, il fratello Mario

Nell’informativa ai pm si precisa che nel Lecchese il suo ruolo al vertice «non è mai stato in discussione»

Nonostante sia in carcere dal 1994, per i Gico della Guardia di Finanza di Milano sarebbe sempre Franco Coco Trovato il gran burattinaio. Sarebbe sempre lui il capo indiscusso della ’ndrangheta a Lecco: attraverso quella che viene definita “reggenza” del fratello minore Mario.

Lo scrivono nero su bianco, i finanzieri, nell’informativa ai pubblici ministeri titolari dell’inchiesta Metastasi, che lo scorso 2 aprile ha portato in carcere dieci persone tra cui proprio il fratello del superboss.

Tranchant la definizione delle Fiamme Gialle: «Franco, promotore e organizzatore della “cosca” ’ndranghetista dei Coco Trovato, operativa a Lecco e nell’hinterland della città lariana fin dagli anni Ottanta, già condannato all’ergastolo anche per violazione dell’art. 416 bis (associazione a delinquere di stampo mafioso, ndr), risulta essere il “capo” riconosciuto e “naturale” del sodalizio criminale oggetto dell’inchiesta, nonostante il suo attuale stato di detenzione. Il suo indiscusso ruolo apicale nell’ambito della consorteria indagata non è venuto mai meno, neanche a seguito del suo arresto, sebbene sia stata attribuita la “reggenza” del sodalizio a suo fratello Mario».

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