«Non dobbiamo
evitare la fatica
di pensare»

I robot sono realtàAlla Camera di Commercio
l’incontro sul loro uso quotidiano e ciò che comporta

“Imparare internet per lavorare liberi. Chi ha paura del www?”: questa la domanda al centro del secondo appuntamento lecchese de Le Primavere, che si è svolto ieri sera all’auditorium della Camera di Commercio di Lecco.

La tecnologia che ci ha cambiato la vita è stata il fulcro del dibattito che ha visto protagonisti Mafe De Baggis, consulente di comunicazione, e Daniele Pucci, ingegnere, ricercatore all’Istituto italiano di tecnologia dove è il responsabile del Dynamic Interaction Control Lab. Accanto a loro c’erano Diego Minonzio, direttore de La Provincia, e Vittorio Colombo, responsabile dell’edizione lecchese.

A quale costo?

Al centro del dibattito c’è stato l’utilizzo quotidiano dei robot ed in particolare quali sono le funzioni che potremo delegare loro, a quale costo e soprattutto perché dovremmo farlo.

«Quello che ho imparato in questi anni è che abbiamo avuto tante cose in più grazie alla tecnologia – ha esordito Mafe De Baggis -. Abbiamo tanto di più, abbiamo più strumenti e abbiamo più tempo, perché i software lavorano per noi, ci evitano spostamenti inutili, ci permettono l’accesso a informazioni e dati inimmaginabili fino a pochi fa». In un viaggio dentro la storia, in un percorso tra passato e futuro, Mafe De Baggis si è chiesta cosa succederà con l’avvento della tecnologia soprattutto socialmente, in particolare in quello che è il mercato del lavoro: «Pensiamo che convivere con le macchine sia qualcosa di nuovo, in realtà è da fine Ottocento che si parla di rapporto con le macchine. Ed il guaio è che viviamo in forme organizzative di lavoro a volte disumane. Dalla scuola siamo “addestrati” ad obbedire, a seguire percorsi stabiliti, quando poi sono i videogiochi ad orientare menti e pratiche che aiutano i ragazzi a gestire le novità e ad adeguarsi. In questo momento storico aumentano le possibilità, aumentano le libertà, aumentano le responsabilità e quello che ci terrorizza è proprio questo: viviamo in un contesto in cui i “mondi possibili” sono molteplici».

Ed ecco allora il ruolo delle macchine: «Ci stanno liberando dalla fatica ma anche dalla “fatica di pensare”. La contraddizione è che abbiamo paura che i computer ci sostituiscano ma continuiamo a cercare il modo di far sì che i computer lavorino per noi».

Nel corso del suo intervento De Baggis ha parlato anche di paure: «Tendiamo ad avere paura ed a farci problemi semplicemente perché qualcuno ce lo suggerisce. A parole odiamo i computer ma non vediamo l’ora di pigiarne tasti. L’equivoco principale è che si pensa di dover scegliere tra nuovo o vecchio invece non ce n’è alcun bisogno. Abbiamo la paura di finire in una catena di montaggio ed invece abbiamo tutte le possibilità di uscirne». Da parte sua Daniele Pucci ha parlato di robotica e di intelligenza artificiale.

Tre problemi da affrontare

In particolare ha posto l’obiettivo su tre problemi che si dovranno affrontare nei prossimi anni. Innanzitutto la salute dei nostri cari più anziani, in secondo luogo la futura mancanza di mano d’opera e infine la necessità di avere tecnologie sofisticate nei momenti di grande emergenza. Tre problemi che possono essere risolti con la robotica umanoide. Il vero oggetto, quest’ultimo, del lavoro di Daniele Pucci che all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova studia le caratteristiche dei robot affinché possano interagire con l’ambiente: la camminata su due gambe, il rapporto fisico uomo e robot. Questi sono gli umanoidi: «Siamo oggi arrivati alla robotica collaborativa, stiamo cercando le soluzioni che permettano ai robot di lavorare con un essere umano e non solo di interagire con lui».

© RIPRODUZIONE RISERVATA