Lecco, forbici di Premax
Balzo dei ricavi, dubbi sul futuro

Chiuso il 2021 con un più 9% sul pre Covid, il direttore Gianola: «Siamo preoccupati dalle bollette, vediamo come reagirà il mercato ai nuovi listini»

Il 2021 si è chiuso con risultati molto positivi per il Consorzio Premax, che però guarda ai prossimi mesi con una certa preoccupazione: il caro energia sta incidendo in modo pesante anche sui produttori artigiani del distretto premanese, con bollette di luce e gas aumentate a dismisura.

«Il 2021 è andato bene, pur nella situazione che conosciamo – commenta il direttore generale del Consorzio, Giovanni Gianola -. Molti dei nostri clienti internazionali hanno risentito delle difficoltà di acquisizione dei prodotti sui mercati asiatici a causa dell’importante incremento dei costi e dei tempi relativi alle importazioni dalla Cina. Questo ha spostato il baricentro delle produzioni dal Sudest asiatico all’Europa e nel macroflusso, a cascata, come produttori abbiamo riscontrato effetti positivi: l’anno scorso, infatti, si è chiuso con un fatturato che supera del 9% quello del 2019, l’ultimo pre pandemia».

L’anno appena archiviato ha dunque portato con sé elementi positivi, con il consolidamento dei rapporti con i clienti e della posizione sui mercati esteri (Europa, Nord America, Russia, Centro America, Africa mediterranea) in cui il marchio è presente. Nei prossimi mesi si tornerà anche – Covid permettendo – nelle fiere internazionali di settore, al momento confermate ma condizionate in partenza, in termini di accessi, dalla pandemia. Ottimo anche il trend delle vendite online, con l’e-commerce di Premax che ha fatto registrare il raddoppio del fatturato. Anche il Consorzio Premax, però, deve fare i conti con il preoccupante trend relativo ai beni energetici.

«Riceviamo bollette elettriche il cui importo è due volte e mezzo quello precedente e abbiamo difficoltà nel reperimento delle materie prime. Anche gli acciai speciali raddoppiano in termini di costo al kg e di tempi di consegna. Ci ritroviamo, come molti altri settori, con il portafoglio ordini pieno e tensioni importanti per l’approvvigionamento dei materiali oltre che sui costi di produzione, soprattutto in funzione di commodities quali energia elettrica e gas, perché la nostra è una filiera energivora, in relazione ai processi produttivi».

Le prospettive sono incerte. «Siamo in attesa di capire cosa succederà e quali saranno le conseguenze degli sviluppi di questa situazione. Perché tutto avviene con un’inerzia di 4 o 5 mesi: quando lo stress dell’aumento dei prezzi e dei tempi di consegna arriverà al consumatore finale ci sarà un rebound su tutta la catena e quindi potremmo trovarci con una diminuzione di ordinativi e un riassetto del baricentro delle produzioni. I clienti torneranno ad importare dall’Asia o resteranno qui? Questo avrà anche, inevitabilmente, riflessi occupazionali».

Premax sta uscendo con listini che hanno un aumento medio attorno al 15-20%, in conseguenza dei rincari cui i produttori hanno dovuto far fronte nei mesi passati. «È una cosa che non era mai accaduta negli ultimi trent’anni – ha aggiunto Giovanni Gianola -. Non sappiamo quale sarà la reazione del mercato: lo capiremo solo nel giro di qualche mese, quando constateremo se il consumatore finale assorbirà o meno l’incremento».

La soddisfazione per l’andamento del 2021, dunque, è durata poco, in quanto lo sguardo è già rivolto al futuro e, in quest’ottica, si stanno valutando nuovi interventi. Proprio in questi giorni il direttore ha incontrato docenti e ricercatori del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano per studiare la messa a punto di processi produttivi più sostenibili, che implichino un minor consumo di energia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA