Le Primavere, Petrosino e le fiabe

«Così si batte la paura della morte»

Il filosofo sul palco con Silvia Barbieri: «La matrigna di Biancaneve teme nel profondo proprio questa esperienza drammatica e universale»

Rosso come il mantello, come la mela e il sangue, rosso come la paura.

Ci siamo persi nei boschi delle fate ieri sera al Teatro Sociale di Como quando le Primavere hanno messo in scena la Periferia più lontana, quella delle fiabe della tradizione, storie “più per adulti che per bambini”. Silvia Barbieri e Silvano Petrosino, rispettivamente voce narrante e grillo parlante che dice solo la verità, ci hanno presi per mano e tra mille pericoli, perché certe verità, si sa, fanno male, hanno permesso ritrovassimo la strada di casa, un po’ più consapevoli, un po’ meno fragili.

L’apertura, di pura magia, è stato l’incontro con la sirena di Big Fish, pellicola di Tim Burton s

Poche parole per risvegliare i bambini assonnati nel cuore di ogni adulto in sala e poi la domanda al filosofo: “com’è che le fiabe non son favole?”, il cuore della serata. Attraverso la verità dell’esperienza si cresce e i bambini diventano adulti. Quelle verità di esperienze sono custodite nelle fiabe, che non sono racconti per bambini, anzi.

Un altro bosco, questa volta protettivo, accogliente e subito ancora tanto rosso, quello delle guance di Biancaneve, quello del sangue, della mela e il filosofo interviene e dipana il groviglio dei sentimenti: invidia, gelosia e la grande paura della morte. Perché la matrigna di Biancaneve è questa che teme nel profondo del suo cuore nero, e proprio la paura della morte, esperienza drammatica e universale, è la terribile verità svelata dalla fiaba, una paura che se prevale trasforma gli esseri umani in creature capaci di male feroce.

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