La tragedia di Hafsa
Ancora ricerche
«Preghiamo per lei»

Una settimana fa la ragazza è sparita nell’Adda Ieri una segnalazione da Sirta, ma era un falso allarme

Sondrio

Anche ieri, prima il Soccorso alpino della Guardia di Finanza al mattino, poi i vigili del fuoco del distaccamento di Sondrio e di Morbegno, al pomeriggio, hanno scandagliato l’asta dell’Adda dal parco Bartesaghi del capoluogo fino all’invaso di Ardenno.

La speranza è sempre quella: ritrovare Hafsa, 15 anni, residente a Sondrio, origini marocchine, inghiottita dalle acque del fiume martedì scorso, 1° settembre. Poco dopo le 18 l’sos lanciato dall’amica 19enne, che era con lei, e che, per ultima, l’ha vista, prima che la corrente la trascinasse lontano dalla riva, in un punto in cui, l’Adda è particolarmente vorticosa per effetto dell’innesto con l’immissario Mallero.

Anche se, da due giorni, le ricerche “massive”, cosiddette, cioè organizzate, a tappeto, alla presenza di più enti, e col coordinamento centrale della Prefettura, non sono più in essere, ogni disponibilità di personale in grado di effettuare lo scandagliamento in superficie del fiume è il benvenuto e viene impiegato allo scopo.

Così è stato anche ieri, quando, un lieve barlume di speranza si è acceso, intorno alle 16.30, quando una ragazza che si trovava a passeggiare lungo il corso d’acqua, in zona Sirta di Forcola, ha intravisto qualcosa in acqua somigliante a del vestiario. Subito, i vigili del fuoco, che si trovavano nei pressi sul gommone, si sono diretti sul posto indicato, ma, purtroppo, la speranza è svanita quando si è appurato essere, il tutto, riconducibile a un sacco di plastica.

In ogni caso, sempre benvenute, sottolineano i vigili del fuoco, sono le segnalazioni.

In segno di vicinanza alla famiglia, sabato sera, l’arciprete di Sondrio, don Cristian Bricola è andato dalla famiglia.

«Ho rappresentato ai genitori (era presente la mamma, il papà era fuori casa, nda) il dolore di tutta la città, - dice don Cristian -, perchè le mamme e i papà cristiani di Sondrio capiscono e vivono lo stesso dolore di questa mamma e di questo papà. Ho detto loro che abbiamo pregato, in chiesa, per Hafsa e per la sua famiglia».

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