La Lombardia anticipa di 6 mesi
Niente superticket già da marzo

Una tassa che da nove anni i contribuenti pagano alle Regioni per effettuare le visite e gli esami specialistici

Da marzo in Lombardia non si pagherà più il superticket, la Regione ha tagliato l’imposta con sei mesi d’anticipo rispetto al resto d’Italia.

Il superticket è una tassa che i contribuenti pagano alle Regioni per effettuare visite ed esami specialistici. Era stata introdotta nel momento di crisi e di spending review, ma nel 2018 il Pirellone aveva già ribassato la quota massima riducendo il carico e portandolo tra 30 e 15 euro a seconda della prestazione. Nel corso degli anni si erano susseguite successive modifiche decise dalle diverse regioni con relative differenze nell’applicazione in particolare della proporzionalità.

In alcune regioni per esempio il superticket era legato al reddito, in altre l’accesso era già gratuito, c’erano inoltre anche variazioni in base alla tipologia dell’esame diagnostico. Comunque in sede di costruzione del bilancio di previsione 2020-2022 il Pirellone ha cancellato il ticket aggiuntivo. In particolare è passato un emendamenteo di Forza Italia che mette sul piatto 54 milioni che vanno a sommarsi agli oltre cento che la Lombardia già spende per le esenzioni. La manovra regionale arriva in anticipo rispetto a quanto fatto dallo Stato.

Il ministro della Salute Roberto Speranza infatti ha annunciato l’abolizione del superticket su tutto il territorio nazionale dal primo settembre del 2020. «I cittadini che prenoteranno una prestazione ambulatoriale a partire dal primo marzo 2020 - fa sapere la Regione - pagheranno solo il ticket senza la quota aggiuntiva del superticket».

Il colpo di forbice deciso dal presidente della Regione Attilio Fontana chiude una stagione di annunci e mancate promesse, già in precedenza Roberto Maroni aveva tentato una manovra simile. In Lombardia il superticket da zero a 30 euro viene calcolato in base al valore della prestazione sanitaria da erogare. Il primo taglio al superticket introdotto nel 2018 incideva maggiormente sulle ricette più costose, quindi nell’estate del 2019 con uno staziamento pari a 625mila euro l’imposta era stata cancellata per le persone in condizioni di disagio economico e le famiglie con reddito fino a 30mla euro con un figlio minore a carico o ai nuclei con portatori di disabilità. La Regione dovrà coprire i mancati incassi fino a settembre, mese in cui l’odiato ticket verrà abolito a livello nazionale.

L’abolizione vale per le ricette firmate dai medici a partire dal primo marzo e per le prestazioni prenotate prima della stessa data.n S. Bac.

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