Inverigo, addio a Dario Curotti
«Con il vaccino sarebbe vivo»

L’industriale è morto di Covid all’età di 83 anni, in ospedale anche la moglie. Lo piangono la figlie. La Caritas: «Generoso, in silenzio». Martedì i funerali

Inverigo piange un altro morto per Covid. La pandemia ha portato via Dario Curotti, molto conosciuto in paese per l’attività di imprenditore e soprattutto per la cortesia, la signorilità e la generosità. Una decina di giorni fa è stato ricoverato all’ospedale di Erba per le complicazioni respiratorie causate dal Covid, ma per la sua situazione fisica non è stato possibile intubarlo e così è scomparso all’età di 83 anni. Anche la moglie Gabriella ha contratto il virus ed è ricoverata in ospedale, ma le sue condizioni, per fortuna, sembrano in miglioramento.

«Se papà fosse stato vaccinato, nei tempi previsti, ora sarebbe ancora vivo», il pensiero delle figlie Raffaella ed Elisabetta. I funerali si svolgeranno martedì alle 10.30 nel santuario di Santa Maria alla noce mentre la salma proseguirà per il cimitero di Casanova di Rogeno, in provincia di Genova, dove sarà tumulata.

«E’ il terzo amico che il Covid ha voluto portare con sé -dice Luca Boschini, capogruppo degli alpini di Inverigo, molto legato allo scomparso -.Mi piace ricordarlo durante i nostri incontri, accompagnati dai nostri cani – Dario con Pluto ed io con Giotto - sul viale dei Cipressi. Sono sicuro che lassù, sarà ricompensato per tutto il bene che ha fatto su questa terra». E la generosità è stato uno dei tratti significati nella vita dell’inverighese.

Tra l’altro, nella maggior parte delle occasioni, svolta in silenzio, senza clamore, come ricorda Ornella Pozzi, responsabile della Caritas di Inverigo. «Era sempre pronto a darci una mano per risolvere le situazioni più difficili -spiega -. Con offerte in denaro ma anche ordinando nei diversi negozi del paese, pacchi di viveri che poi noi potevamo distribuire. Ma questa, sono sicura, è solo la “punta dell’iceberg” della sua generosità. E’ stato amico e sostenitore di tante organizzazioni di assistenza e beneficenza, senza che nessuno lo sapesse». Dopo aver lasciato il lavoro - è stato un imprenditore nel campo della chimica - per motivi di salute, è diventato una presenza fissa nelle vie del paese, che girava, con il suo cane. Ed ha lasciato il segno per la grande gentilezza e disponibilità.

Guido Anselli

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