Incentivi per i veicoli elettrici
Ma qui se ne vendono 12 all’anno

I datiNon decolla nella nostra provincia la propulsione a emissioni zero Polacchini: «Un errore puntare sui bonus, bisogna iniziare dai produttori»

Le auto elettriche sono quasi raddoppiate in due anni, a Como, nell’elaborazione dei dati Aci. Detto così, fa scena. Se andiamo a vedere le cifre, ogni poesia scompare. Sì, perché nel 2015 erano 7, due anni dopo sono diventate 12. Non ne è stupita Annarita Polacchini, business innovation director di Saf e Gruppo Arriva, già amministratore delegato di Asf, nonché nel consiglio generale di Unindustria Como con l’incarico per l’innovazione. Vive questo tema da vicino con il suo impegno al Parco tecnologico scientifico di ComoNext, dove qualcosa si sta muovendo sul fronte elettrico.

Segno particolare: l’ingegner Polacchini ha un’auto ibrida. E quindi, oltre a occuparsi dei mezzi pubblici e della loro evoluzione, vive anche al proprio volante l’esperienza di benzina ed energia elettrica insieme. Con il prevalere della prima, per una serie di ragioni. «Poi certo quando si passa all’elettrico puro – osserva – non si sente nulla, è impressionante. A seconda della velocità che tieni, l’autonomia può durare anche oltre 50 chilometri solo in elettrico». L’incentivo a chi sceglie l’auto elettrica e l’ecotassa sul fronte opposto rappresentano un modo di intervenire che, secondo Polacchini, non porta a cambiare le abitudini. E cita un caso emblematico di come si possa invece farlo: «La California è stata tra i precursori più di dieci anni fa. E come ci è riuscita? Le case di costruzione avevano l’obbligo di immatricolare il 10% delle auto a zero emissioni – ricorda – Questo ha cambiato il mercato californiano. Ha implicato che sono state immesse macchine elettriche, ma a costo più ridotto di quello di mercato. Si sono insomma abbassati i prezzi». In Italia, invece, si è scelto di partire dalla fine della catena, il consumatore. Con parecchi dubbi. La norma prevede un incentivo per chi fino al 31 dicembre 2021 acquisterà (anche in leasing) e immatricolerà auto nuove, con emissioni di anidride carbonica fino a 70 grammi al chilometro e prezzo di listino inferiore a 50 mila euro Iva esclusa (61mila euro Iva compresa). Il bonus sarà erogato dal venditore con la riduzione del prezzo d’acquisto: al dealer sarà rimborsato dalla casa che a sua volta lo recupererà sotto forma di credito d’imposta. Anche qui un meccanismo, a seconda delle emissioni: un risparmio di 4mila euro tra 0 e 20 grammi al chilometro, 1.500 tra i 21 e i 70. Se l’acquisto sarà accompagnato dalla rottamazione di una vecchia Euro 1, 2, 3, 4, si sale a 6mila euro (0-20) e 2.500 (nel secondo caso). Il bonus è a esaurimento (ci sono 60 milioni) e si investirà sulle colonnine.

«Il problema – ribadisce – è che è vero che la questione autonomia è più mentale, magari si fanno pochi chilometri al giorno. Ma pesa il fatto che non si abbiano infrastrutture diffuse e c’è il pensiero di dover ricaricare quando si arriva in un luogo, con il tempo necessario. Direi che è una politica complessa da portare avanti. A cui si danno risposte parcellizzate».

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