Il soldato che non si è mai arreso
Dall’Afghanistan al Monte Rosa

Con una speciale carrozzina cingolata è salito alla Capanna Regina Margherita. Una promessa fatta durante le sue nozze nella chiesa di Casiglio di Erba

«Ci siamo riusciti ce l’abbiamo fatta è stata dura... ma fino alla fine, fino alla vetta!».

Con queste poche parole ma cariche di gioia ed emozione Luca Barisonzi, alpino tetraplegico, e Luca Colli, alpinista estremo, hanno annunciato che la loro missione era stata compiuta: hanno raggiunto i 4.554 metri della Capanna Regina Margherita, il rifugio più alto d’Europa sul Monte Rosa.

Barisonzi, ferito in Afghanistan nel gennaio 2011 e da allora costretto a vivere su una sedia a rotelle, è partito alle 4 dal rifugio Giovanni Gnifetti a bordo di una carrozzina cingolata, prodotta negli Stati Uniti e adattata per l’impresa e poco prima delle nove i due Luca, accompagnati da una decina di persone tra cui alcune guide alpine di Alagna, hanno raggiunto la Capanna Regina Margherita concludendo la missione «Touching the sky», toccando il cielo, nome della spedizione rinviata lo scorso 27 luglio a causa del maltempo e portata quindi a termine domenica 17 agosto.

La missione arriva a poco più di un mese dalle nozze dell’alpino con la dolcissima Sarah, sposata nella chiesa di Casiglio di Erba lo scorso 5 luglio e a cui hanno partecipato circa 200 persone.

Una scelta non casuale, visto il bel legame tra Barisonzi e i gruppi degli alpini locali. Indimenticabile infatti il suo intervento a Ponte Lambro, dove il giovane aveva raccontato la sua storia. Fatta di grande sofferenza ma anche di una tenacia e una voglia di vivere con pochi paragoni.

E così anche l’erbese è in festa per la riuscita dell’impresa dell’alpino 24enne originario di Gravellona Lomellina, in provincia di Pavia, che aveva dato il via a una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi per riuscire a realizzare il suo sogno. Raccolta a cui hanno aderito molti personaggi dello spettacolo e del mondo dello sport, ma anche gli alpini comaschi dei gruppi di Ponte Lambro, Cantù, Canzo e Caglio-Rezzago che hanno contribuito con l’acquisto e la diffusione delle magliette create appositamente per l’evento e con lo slogan “Touching the sky”.

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