Il magistrato e la ’ndrangheta
«Non subite, denunciate»

Ammendola (Direzione antimafia di Milano) ieri al Torneo della legalità a Cermenate

L’appello a denunciare la criminalità organizzata, con la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano che promette di far partire all’istante, se necessario, inchieste nel territorio del Canturino e della Bassa, arriva dal sostituto procuratore Stefano Ammendola. «Il mio telefono è a disposizione, so che anche in questo territorio c’è la ’ndrangheta, c’è la criminalità organizzata - ha detto pubblicamente - Chi di voi genitori può aver patito estorsioni, chi lavora in qualche amministrazione comunale: sappiate che c’è la Procura di Milano che risponde al telefono, ed è pronta ad aprire un procedimento penale. Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giancarlo Siani: se loro sono morti, è perché noi non siamo stati abbastanza vivi».

Sono queste le parole che arrivano in una domenica pomeriggio di festa ma anche di impegno sociale, con quasi 600 persone arrivate da tutti i dintorni per camminare nel viale della legalità all’interno del Parco Scalabrini.

In un territorio, quello del Canturino, peraltro alla vigilia del processo alla ’ndrangheta - questa almeno l’accusa - a cui sono stati associati i nomi e i cognomi di dieci ragazzi di Cantù e non solo, per i pestaggi e le sparatorie in centro, con lo scenario, neanche troppo sullo sfondo, del controllo dei locali della movida in piazza Garibaldi.

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