Hacker neonazisti all’incontro sulle foibe
Insulti e saluti romani nel giorno del ricordo

Si sono intromessi a Mariano Comense nella presentazione online di un libro sugli esuli giuliano-dalmati. Hanno esibito anche immagini di Hitler e Mussolini. Il Comune ha già sporto denuncia

Maschera anti-gas sul viso, pistola in mano e, infine, i saluti romani. L’evento digitale che ricordava la tragedia delle foibe è diventato il palcoscenico per un gruppo di disturbatori che hanno mostrato il loro disprezzo verso una pagina della storia che ancora oggi divide, quella dell’esodo degli italiani dai territori ceduti alla Jugoslavia.

Proprio loro erano al centro dell’appuntamento promosso dal Comune di Mariano Comense per presentare il libro “Noi andavamo fora”, frutto della ricerca sugli esuli istriano – dalmati giunti nella provincia di Como dell’Istituto di Storia Contemporanea “P.A. Perretta”.

Alle 15 di oggi, sabato 13 febbario, le telecamere si sono accese sull’evento che richiamava gli interventi di Patrizia Di Giuseppe, Adria Bartolich e, ancora, Lorenza Auguadra e Luigi Perini. Ognuno di loro era pronto a offrire la propria testimonianza in un incontro che poneva al centro il racconto di chi è stato costretto ad abbandonare la propria terra. Ma ecco il colpo di teatro, i protagonisti diventano spettatori di un’incursione di un gruppo di anonimi che hanno hackerato la piattaforma, infiltrandosi tra i partecipanti.

Il loro ingresso è stato annunciato da un disturbo nel suono seguito dall’eco di bestemmie. Lo spazio digitale è diventato così il palcoscenico del gruppo che ha mostrato il disprezzo per la ricorrenza, postando prima i discorsi del Führer alla folla così come quello di Mussolini a Trieste, per poi lasciare spazio a insulti, filmati porno e, ancora, immagini quantomeno provocatorie.

A nascondere il loro viso al pubblico, la mascherina chirurgica per alcuni, la maschera di gas per un altro che ha mostrato il saluto romano, rivendicando di essere nazista. E probabilmente anche i nomi di accesso alla piattaforma non era il loro.

«Sapevamo essere un tema delicato, ma non ci aspettavamo che la deficienza potesse arrivare a questo livello» tuona il sindaco Giovanni Alberti, che ha esposto denuncia. «Questo dimostra quanto il tema sia sensibile e quindi quanto ancora oggi ci sia bisogno di parlarne perché non ritornino ideologie completamente sbagliate» aggiunge il primo cittadino.

E conclude: «Non la daremo vinta a chi ha tentato di fermare il ricordo, riproponendo l’incontro con qualche cautela in più che, forse, potevamo già adottare, ma non pensavamo a un simile episodio».
Silvia Rigamonti

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