Gravedona, salvò donna nel fiume
Per i ragazzi è un carabiniere Superman

Non ha esitato a tuffarsi per soccorrere la signora trascinata dalla corrente nella zona della Serenella: «Mi ha salvato la vita»

«Sono profondamente grata all’uomo che lunedì mi ha riportata a riva salvandomi la vita. Se non fosse stato così pronto, sarebbe capitato il peggio e non avrei più rivisto le mie adorate figlie». La donna di 44 anni che martedì 30 giugno si è trovata in seria difficoltà nelle acque della Serenella, esce allo scoperto ed esprime tutta la gratitudine possibile all’appuntato dei carabinieri fuori servizio che, con prontezza, si è tuffato in suo aiuto rischiando a sua volta. «Non mi avventurerei mai dove non si tocca – prosegue la donna – ma lunedì, probabilmente a causa della corrente del torrente, mi sono trovata senza più appoggio, dove l’acqua era alta, senza più possibilità di tornare a riva. A quel punto ho attirato l’attenzione di mia figlia e di non mi sono fatta prendere dal panico, cercando di rimanere lucida e di bere il meno possibile. Non voglio nemmeno pensare che sarei potuta annegare senza più rivedere le mie figlie». Enzo Durante, che come carabiniere ha conseguito il brevetto di salvamento in acqua, martedì pomeriggio ha subito intuito la richiesta di aiuto della bimba e non ha esitato a tuffarsi. Un gesto, il suo, che non è passato inosservato. Sono numerose le attestazioni di stima comparse sui social ad opera di chi conosce il militare e anche di coloro che, appreso di quanto avvenuto, hanno voluto esprimergli sincera ammirazione. Un gruppo di ragazzi che frequenta l’oratorio di Gravedona gli ha persino dedicato un’immagine eloquente: Superman, con le sue sembianze, che di destreggia in acqua. «Una foto che mi ha molto emozionato – commenta lo stesso carabiniere – . Non mi ritengo un eroe, ma ammetto che questa immagine è molto simpatica. Credo di aver compiuto un gesto umano istintivo, che chiunque sappia nuotare avrebbe compiuto. Però, da padre di famiglia, dinanzi allo sguardo preoccupato di quella bimba mi sono sentito ancora più in dovere di fare qualcosa». «La verità è che il lago è infido e su nessuna spiaggia, purtroppo, c’è un solo cartello che lo segnala e invita alla prudenza – rimarca Durante – . Sarebbe addirittura opportuno che le spiagge più frequentate disponessero di un bagnino, come succede sui litorali marini».

(Gianpiero Riva)

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