Gli agenti della Polstrada patteggiano. E l’avvocatura di Stato chiede i danni

L’accusa: migliaia di verbali fatti sparire e decine di multe personali cancellate

Chiedono di concordare la pena il comandante e il suo vice. Udienza a maggio

Il conto finale dell’inchiesta parla di 23 agenti: tutti poliziotti tranne un funzionario dei vigili urbani di Como. Finiti sotto inchiesta con l’accusa, a vario titolo, di aver fatto sparire migliaia di multe immortalate dai tutor dell’autostrada per evitare di dover procedere alla notifica dei verbali ma anche di aver cancellato le proprie contravvenzioni personali.

Un’indagine clamorosa, che ha creato un terremoto nella sezione della polizia stradale di Como e che in questi giorni sta vivendo le fasi decisive: quelle delle sentenze. Con la stragrande maggioranza degli imputati che ha deciso di imboccare la strada del patteggiamento della pena, ed evitare così il processo.

In particolare ha già formalizzato un’istanza di patteggiamento l’ex comandante della Polstrada, Patrizio Compostella: 10 mesi per il peculato d’uso e per le multe per divieto di sosta dei suoi agenti fatte cancellare. Proscioglimento, invece, sull’accusa delle contravvenzioni del tutor fatte sparire dal cervellone elettronico della polizia.

Ieri, giornata di udienza preliminare per quindici dei 23 imputati, si è poi scoperto che anche l’ex vice di Compostella, ovvero Gian Piero Pisani, ha formalizzato un’istanza di patteggiamento a un anno e 10 mesi per i fatti più gravi, oltre la richiesta di messa alla prova (il nuovo istituto in base al quale si possono estinguere reati minori svolgendo lavori socialmente utili) per le accuse minori. Ma il pubblico ministero, Massimo Astori, ha negato il consenso: udienza rinviata a maggio.

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