Fermata una marea di Green pass finti
«L’attività dei falsari era in crescita»

Il ruolo dell’ erbese tra i 59 accusati di accessi abusivi al sistema sanitario campano: avrebbe fornito il proprio Spid per inserire in modo massivo vaccinazioni in realtà mai fatte

La prima dose di vaccino Moderna (fasulla, secondo la tesi della polizia postale e della procura di Napoli) era datata 8 settembre 2021; la seconda dose, sempre Moderna, il 1° ottobre 2021.

In entrambi i casi tuttavia, un uomo di 49 anni di Erba non avrebbe ricevuto alcun siero perché le due vaccinazioni che gli permisero di ricevere il green pass,sono state inserite «abusivamente» tramite l’accesso al portale “Sinfonia” (il sistema informatico della sanità campana) grazie ad un account sottratto ad una farmacia di Napoli, in corso San Giovanni.

Le chiavi telematiche sarebbero state carpite, sempre secondo quella che è la tesi accusatoria, in modo illecito da parte di alcuni componenti del gruppo di quindici persone finite con l’essere iscritte sul registro degli indagati.

Quello dell’erbese,sarebbe solo uno dei presunti 90 accessi abusivi in favore di 59 persone fisiche accusate di aver ricevuto i finti Green pass ora al centro dell’inchiesta della polizia postale che avrebbe riscontrato 114 somministrazioni di vaccini non attendibili. Non è tutto, perché nell’indagine e sarebbe finita anche una donna di 34 anni di Canzo. Lei avrebbe “semplicemente” pagato il finto Green pass, ottenuto dopo una sola inoculazione del vaccino monodose di Johnson&Johnson datata 20 ottobre 2021 dopo un accesso al sistema telematico fatto con le credenziali forse “rubate” ad una farmacia di Poggiomarino, sempre a Napoli.

Questi appena raccontati sono i particolari che emergono dalle carte dell’inchiesta che nella giornata di mercoledì ha portato ad eseguire più perquisizioni in mezza Italia, su mandato proprio della procura di Napoli e condotte dalla Polizia Postale compresa quella di Como. Perquisiti anche i due residenti nell’Erbese: la polizia postale lariana avrebbe sequestrato i presunti finti Green pass e tutte le tracce informatiche e i documenti in possesso dei due indagati residenti nellErbese. Le accuse parlano di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo al sistema informatico sanitario della Campania, ma anche di frode informatica e falso. La donna, 34 anni di Canzo, è invece accusata “solo” di concorso nell’accesso abusivo al sistema informatico e falso. L’indagine avrebbe ricostruito una «matrice unitaria» dietro a tutti gli episodi, per cui viene contestato il reato associativo.

Anche il quarantanovenne di Erba risulterebbe nello stretto giro di contatti tra i diversi soggetti definiti l’un con l’altro uniti da un «legame stabile».

A lui viene anche contestato l’aver fornito il proprio Spid da utilizzare per l’accesso al portale dove venivano inserite in modo «massivo» le dosi vaccinali che in realtà non sarebbero mai state somministrate. Secondo la procura di Napoli, gli inserimenti sistematici relativi soprattutto alla presunta fittizia somministrazione di vaccini, sarebbero iniziati a settembre in modo sistematico, forse anche per una maggiore richiesta di metodi per aggirare i dispositivi del governo in tema di prevenzione da Covid-19.

Ed è proprio per questo che la polizia postale è passata all’azione in tutta Italia, visto che «l’attività della struttura associativa» sarebbe «cresciuta sensibilmente nelle ultime settimane». Il rischio era che il «numero dei falsi» potesse aumentare ancora «esponenzialmente» dopo l’estensione dell’obbligo di Green pass e super Green pass avviata il 6 dicembre.

Mauro Peverelli

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