E se il robot sbaglia
i cocci di chi sono?

Primavere Colpa loro, del programmatore, del produttore, del destino? Esperti a confronto per capire quali regole valgono nel mondo degli automi. Un futuro che è già tra noi. Pensate alle automobili. Martedì 5 giugno a Lecco una serata da non perdere INGRESSO LIBERO, ISCRIVETEVI QUI

Abbiamo attraversato dubbi, meraviglie e il Lambro tra Como e Lecco per 11 + 1 serate delle Primavere, l’ultima martedì, per una “Critica della ragion digitale”.

In conclusione, dopo aver scoperto che i robot sanno già fare di tutto, incluso imparare, la domanda cruciale: e se mai dovessero sbagliare? Colpa loro, del programmatore, del produttore, del proprietario o del destino?

Una questione etica, politica e giuridica con la quale si confrontano il 5 giugno all’auditorium della Camera di Commercio di Lecco, alle 20.45, Robert Bray, che per l’Unione Europea studia da anni la normativa che dovrà regolare il funzionamento degli strumenti di intelligenza artificiale, e Filippo Pretolani consulente di comunicazione aziendale, si occupa soprattutto di strategie attraverso i social e di gestione della presenza online.
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Insieme a loro i giornalisti Diego Minonzio, direttore de La Provincia, e Vittorio Colombo, responsabile dell’edizione di Lecco.

Proposta a Bruxelles

Al tavolo del Parlamento europeo c’è già una proposta per risolvere l’enigma della responsabilità giuridica in campo robotico: Mady Delvaux, parlamentare del Lussemburgo, ha presentato nel 2016 una mozione per definire diritti, doveri e una “personalità elettronica” dei robot. Per ora non è legge della Commissione, ma ha avuto il merito di sollevare il tema delle norme di diritto civile sulla robotica, che per i numeri che sta assumendo non si può trascurare, e anche una serie di obiezioni. Tra le altre: conferire la responsabilità alle macchina è un modo, furbo, per alleggerire quella dei produttori di robot. Recente la lettera inviata alla Commissione europea da oltre 150 esperti di intelligenza artificiale critici circa la possibilità di attribuire lo status di persona elettronica ai robot, per quanto sofisticati e autonomi.

«Avevano la soluzione già gli antichi romani: a risarcire i danni compiuti da uno schiavo era il suo padrone» suggerisce Luciano Floridi, docente di filosofia ed etica dell’informazione all’Oxford Internet Institute. «Attribuire personalità elettronica ai robot rischia di deviare la responsabilità morale e legale dei loro sbagli e usi impropri: i robot potrebbero essere biasimati e puniti invece degli umani».

Risalire alle responsabilità

Resta però la difficoltà di risalire alle responsabilità umane nella lunga e complessa catena di professionalità che concorrono a ideare, costruire, rendere indipendente un robot, oltre a quel margine di indeterminatezza dovuto a quanto la macchina stessa può apprendere dall’ambiente, dalle esperienze e dalle circostanze.

Sul terreno sconosciuto e scivoloso della responsabilità giuridica dei robot, delle norme per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale e della gestione legale dei big data si arrischierà martedì prossimo Robert Bray che, per vent’anni, ha lavorato presso il Parlamento europeo: dal 1997 al 2017. L’ultimo incarico di Robert Bray è stato quello di Capo del Segretariato della Commissione giuridica. È stato responsabile della legislazione in tema di copyright per le società di informazione e per l’e-commerce, oltre che della brevettabilità di computer o invenzioni. A lui si affiderà una riflessione sulla possibilità di trovarsi a gestire una controversia per un tamponamento stradale non con il guidatore dell’altra macchina, ma direttamente con la macchina, capace di guidarsi da sola. L’incontro sarà introdotto dalla proiezione di uno spezzone del film “Ex Machina” del 2015 scritto e diretto da Alex Garland. La serata de Le Primavere è gratuita, per prenotazioni: leprimavere.laprovincia.it.

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