Dogane chiuse di notte
Berna blocca i ticinesi

Il governo federale respinge le richiesta fatta dall’Udc di replicare la sperimentazione del 2017: «Non esiste un legame tra i furti e i valichi aperti»

Ancora un fermo «no» alla chiusura notturna dei valichi minori tra Canton Ticino e province di confine. A due mesi dalle attese elezioni federali, il Consiglio federale ha respinto al mittente la richiesta di sbarrare nuovamente - dopo i sei mesi di sperimentazione del 2017 - le dogane secondarie.

Lo ha fatto rispondendo ad un’interrogazione del consigliere nazionale Udc, Marco Chiesa. «Le statistiche del Canton Ticino evidenziano il calo, da diversi anni, dei furti con scasso - si legge nella risposta di Berna -. Per quanto riguarda i cinque bancomat fatti esplodere dal 2018, la polizia cantonale ticinese è riuscita a stabilire che i criminali erano arrivati in Svizzera attraverso il confine “verde”. Di conseguenza, non vi è alcun collegamento tra questi furti (rubricati al di qua del confine come rapine, ndr) e un’eventuale chiusura notturna dei valichi secondari».

Dunque il “problema sicurezza” esiste, ma Berna non ritiene che la strada percorribile per risolverlo sia quella di interrompere durante la notte i collegamenti tra Italia e Svizzera.

«Nella risposta alla mia interrogazione leggo: “La chiusura notturna dei valichi secondari deve essere valutata nell’ottica della partecipazione della Svizzera a Schengen e delle relazioni bilaterali con l’Italia”. Questa frase sibillina è eloquente - ha scritto in un lungo post Marco Chiesa -. Non li chiudiamo perché come sempre siamo i più zelanti ad applicare le regole di Schengen, anche quelle che ci penalizzano e manchiamo del coraggio di farci valere nelle relazioni bilaterali».

Ancor più diretta Roberta Pantani, consigliera nazionale della Lega dei Ticinesi (sua la mozione che nel lontano 2014 ha dato il là al lungo iter che ha portato nel 2017 alla chiusura delle tre dogane minori, due - come detto - al confine con il Comasco): «Una risposta vaga, quella di Berna che davvero dà da pensare. Sono senza parole».

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