«Dignità e diritti: no alla deriva dell’iperconsumo»

L’evento L’allerta sollevata da “Le Primavere” accende il dibattito sugli antidoti all’emarginazione

La dignità personale e i diritti individuali riconosciuti dalla Costituzione sono l’argine contro quella deriva dell’iperconsumo che, oltre a produrre rifiuti, finisce per emarginare una parte di umanità. È questa l’allerta sollevata dall’ultima edizione de Le Primavere che, insieme al Cortile dei Gentili, si è conclusa venerdì.

Antidoto all’economia dello scarto e dell’emarginazione è riconoscere l’altro come prossimo, vicino, pari. Un esempio di come questo ideale possa superare la retorica e tradursi in realtà è rappresentato da Cometa, una storia comasca di inclusione.

I frutti della rassegna culturale

«L’opera di Cometa nasce dallo scarto – ha raccontato Erasmo Figini, co fondatore – perché trant’anni fa abbiamo accolto a casa nostra un bambino malato di Aids. Era stato chiamato “un catorcio umano”. Invece per noi era un figlio della Croce e ha introdotto una serie di Grazie nella nostra vita. Una delle più importanti è stato farci capire che anche i nostri figli naturali non sono nostri ma sono dati dal Signore. Anche nei confronti dei 1.200 ragazzi che ruotano oggi intorno a questa realtà c’è una tensione a guardarli per la loro unicità, proprio come abbiamo guardato il primo». Il recupero come metodo trasversale che concorre a un modo nuovo, o forse molto antico, di guardare alla realtà, umana e materiale e il racconto che è stato fatto nei due giorni di “L’era dello scarto” ha lasciato il segno in chi ha potuto assistere.

«Ho apprezzato moltissimo i contributi di questa edizione de Le Primavere. Straordinaria giornata sia per la qualità dei relatori che per l’attualità dei temi affrontati che pongono tutti noi, a livello personale e imprenditoriale, davanti a sfide difficili ma improrogabili, per avere un mondo migliore senza discriminazioni e più attento alle persone e all’ambiente» ha osservato Gianna Agliati Ratti, presidente onorario di Bennet.

Il punto di vista delle imprese e dell’impatto globale dell’iper produzione è stato raccolto anche da Giorgio Carcano: «Il modello di consumo che vale per due miliardi di persone non può essere esteso ad altri 6 miliardi di persone. Non è sostenibile per le risorse della Terra. Il tema sul quale siamo stato portati a riflettere è come poter contenere le legittime pretese di benessere e consumo di quella parte di umanità che per ora ne è stata esclusa e come riposizionare il nostro stesso sistema economico perché offra un modello di minor impatto ambientale».

«Le due lezioni magistrali d Giuliano Amato e del cardinale Ravasi sono state illuminanti per aver messo al centro dell’attenzione la dignità della persona come chiave di volta per la comprensione di un nuovo equilibrio di relazioni – ha osservato Filippo Arcioni, presidente di Villa Erba – nel riferimento alla Costituzione del professor Amato si è ben compreso come dignità sia sinonimo di uguaglianza ed è questa consapevolezza che costituisce il primo passo perché avvenga un autentico riconoscimento dei diritti di tutti» rilfessioni preziose in vista della prossima presentazione del Bilancio di sostenibilità di Villa Erba.

«Nella serata di venerdì è andato in scena il tema difficile e delicato della maternità mancata interpretata dalla protagonista come un’ingiustizia. Tema profondo, difficile che porta a riflettere su temi esistenziali» ha aggiunto Arcioni commentando il monologo “I coniugi Limpido” con Silvia Barbieri su soggetto di Silvano Petrosino.

Così, infine, il sindaco Alessandro Rapinese: «Le Primavere di quest’anno hanno trattato un tema fondamentale per la nostra società, la valorizzazione dello scarto. Come ho detto nel mio intervento un’ottimizzazione di processi, ruoli e quindi tempo delle persone permette non solo di ridurre lo spreco di tempo e risorse, ma anche di migliorare i servizi e quindi la qualità».

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