Dall’Ance grido di allarme per l’edilizia
«Troppe opere da appaltare sono ferme»

Un regolamento più semplice e lo sblocco immediato dei cantieri in attesa. «Ci sarebbero lavori per 62 miliardi di euro, ma nulla si muove. E poi c’è troppa burocrazia».

L’edilizia è sprofondata in una crisi infinita e ancora «non vede la luce in fondo al tunnel». A lanciare l’allarme è stata l’Ance, l’associazione dei costruttori edili che in occasione dell’assemblea annuale ha chiesto attenzione per un settore fondamentale per la crescita economica del Paese. «È stato un anno difficile perché di lavoro ce n’è ancora troppo poco e perché nonostante gli sforzi fatti alcune delle riforme, che come Ance abbiamo proposto e contribuito a far approvare, rimangono ancora tutte da attuare o completare», è il punto di vista dell’associazione. Mentre in Valtellina si attende la partenza del cantiere della tangenziale di Tirano, a livello nazionale la lista delle opere bloccate, che potrebbero garantire lavoro anche alle imprese della provincia di Sondrio, «è ancora lunga»: sono in totale 749 per 62 miliardi di euro.

«Nell’elenco c’è di tutto: scuole, ospedali, strade e anche fondamentali opere di messa in sicurezza», precisa nel documento l’Ance. I costruttori hanno puntato il dito anche contro «la burocrazia “soviet” che strozza cittadini e imprese», sollecitando a combatterla. «In materia ambientale solo per le terre e rocce da scavo dal 2001 ad oggi si sono registrati almeno 21 provvedimenti normativi ai quali ogni volta ha fatto seguito la necessità di cambiare le procedure aziendali e amministrative».

Ma anche nel campo dell’edilizia privata la situazione non migliora. Negli ultimi dieci anni solo il testo unico dell’edilizia è stato bersaglio continuo di cambiamenti: più di settanta disposizioni sono state modificate. Mentre sul fronte fiscale si sono registrati almeno 100 tra adempimenti e scadenze a cui le imprese edili devono far fronte ogni anno.

«E come se non bastasse tra il dire e il fare c’è di mezzo ancora una miriade di norme. Il governo attuale parte già con una zavorra di 352 provvedimenti attuativi ereditati dal precedente esecutivo. E il rischio è che si produca un vuoto normativo». L’Ance ha avanzato richieste per una serie di tematiche sulle quali lavorare: l’elenco comprende le infrastrutture per la sostenibilità - manutenzione, messa in sicurezza, edilizia scolastica -, anche nei maggiori centri urbani. Senza dimenticare tematiche come l’economia circolare, l’innovazione con l’apertura del settore ai giovani e la lotta alla burocrazia.

Per quanto riguarda il codice degli appalti, approvato in gran fretta nel 2016, già più volte sanzionato dall’Europa, ed è oggetto continuo di modifiche a causa delle inefficienze che ha generato. «Va rivisto e semplificato definitivamente - conclude l’Ance -. Dopo le correzioni introdotte con lo “sbloccacantieri” è indispensabile approvare quanto prima un regolamento unico attuativo chiaro e dedicato ai lavori pubblici altrimenti si rischia il caos e il blocco del settore».

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