Dai bar ai rifugi
Centinaia in piazza
Tra rabbia e pianti

Duecento commercianti hanno manifestato stamattina contro le limitazioni del Dpcm

Sondrio

Una manifestazione pacifica, ben lontana dalle scene di guerriglia urbana viste nei giorni scorsi in grandi città come Roma e Napoli. Ma la determinazione e anche la rabbia, diciamolo, di pubblici esercenti e ristoratori, ma anche di tanti albergatori e commercianti e altre categorie del mondo economico che si sono unite spontaneamente, era la stessa. Una rabbia dettata dall’ultimo Dpcm, ritenuto ingiusto e penalizzante solo per pochi, incapace di risolvere l’emergenza sanitaria con cui conviviamo ormai da otto mesi.

Stamattina nel cuore di Sondrio centinaia di voci in un unico coro e uno slogan su tutti: «Basta restrizioni, non fateci morire!». Una piazza compatta e solidale nell’esprimere la decisa contrarietà alle nuove restrizioni imposte dal Governo con il Dpcm in vigore fino al 24 novembre. Una protesta coordinata dall’Unione del Commercio e del Turismo e andata in scena nel pieno rispetto delle norme anticovid e in modo civile, ma con forza, determinazione e, a tratti, anche con la voce rotta dalla commozione di chi sta attraversando un momento di difficoltà e disperazione.

La manifestazione, in forma “statica” per le ovvie ragioni di sicurezza, ha visto la partecipazione, secondo dati della Digos, di circa 200 persone (distanziate e tutte munite di mascherina), scandita da una molteplicità di interventi, a cui ha dato il via la presidente dell’Unione del Commercio e del Turismo Loretta Credaro, con accanto il direttore Enzo Ceciliani e il vicedirettore Maurizio Canova.

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