Cts, riunione martedì
Sul tavolo misure più restrittive

. Le ipotesi sono delle chiusure generalizzate nei weekend, delle zone rosse più severe e il criterio di 250 casi ogni 100 mila abitanti per entrare automaticamente in zona rossa

L’Italia supera i 100mila morti dall’inizio della pandemia e si colora sempre più di rosso a causa delle varianti del virus che spingono verso l’alto la curva dei contagi e riportano in sofferenza gli ospedali, con le terapie intensive di 11 regioni già sopra la soglia critica del 30%. Chiusure e restrizioni decise dai governatori che potrebbero anticipare un nuovo intervento del governo: il Cts si riunirà nelle prossime ore (martedì 9 marzo) per valutare su richiesta del governo i nuovi interventi. Le ipotesi sono delle chiusure generalizzate nei weekend, delle zone rosse più severe, come fu a Codogno nella prima ondata, e il criterio di 250 casi ogni 100 mila abitanti per entrare automaticamente in zona rossa.

Nella maggioranza c’è tensione sull’ipotesi del lockdown generale, che al momento però nessuno avrebbe messo sul tavolo in maniera netta. Matteo Salvini esplicita la contrarietà della Lega: «Chiudere adesso senza vaccini non serve a niente e nessuno». Posizione sulla quale si schiera il governatore della Liguria Giovanni Toti, «totalmente e fortemente contrario all’ipotesi di una chiusura generalizzata». Realista invece il Cav, secondo il quale «la stagione dei sacrifici non è finita e i dati non ci consentono di abbassare la guardia». Per difendere la scuola è invece Italia Viva ad invocare il lockdown «tenerle chiuse e lasciare aperto il resto è inutile e sbagliato. Se devono chiudere allora è preferibile un lockdown generale e breve per poi cercare di riaprire tutto in sicurezza».

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