Conte: Lombardia
è zona “rossa”

Vietato spostarsi da una Regione all’altra e da un Comune all’altro. Il decreto in vigore da venerdì 6 novembre

Lombardia zona rossa. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte nella conferenza stampa. Vietati gli spostamenti tra Regioni e Comuni. Negozi chiusi salvo alimentari, farmacie e parrucchieri. Didattica a distanza dalla seconda media. Il provvedimento in vigore dal 6 novembre al 3 dicembre.

Tutte le nuove misure previste dall’ultimo Dpcm - quelle riservate alle aree gialle, arancioni e rosse - saranno in vigore a partire da venerdì 6 novembre. Lo ha deciso il governo «per consentire a tutti di disporre del tempo utile per organizzare le proprie attività». Nella serata del 4 novembre il premier Giuseppe Conte ha illustrato in conferenza stampa le nuove misure. «Il Paese è stato diviso in 3 aree: gialla, arancione e rossa», ha spiegato il premier, elencando le regioni che fanno parte di ciascuna fasci:

Area gialla (criticità moderata): Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Umbria, Veneto, Toscana, Molise, Marche, Sardegna.

Area arancione (criticità medio alta): Puglia e Sicilia.

Area rossa (criticità elevata): Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. In queste regioni è vietato ogni spostamento, anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo per motivi di lavoro, necessità e salute. Vietati gli spostamenti da un Comune all’altro e da una Regione all’altra.

«Non ci sono aree verdi, non ci sono territori che possono sottrarsi» alle misure restrittive, «la pandemia corre ovunque», ha detto il presidente del Consiglio. «Oggi disponiamo di un piano molto elaborato, basato su 21 parametri, che è la nostra bussola. Se introducessimo misure uniche su tutto il territorio nazionale produrremmo da un lato di non adottare misure efficaci per regioni a maggiore rischio, e dall’altro imporre misure restrittive in aree meno gravi», ha spiegato. «Non abbiamo alternative - ha sottolineato Conte - dobbiamo affrontare le restrizioni per congelare l’impennata del contagio, comprendiamo la frustrazione e la sofferenza, ma dobbiamo tenere duro». «Abbiamo previsto che ci possa essere una differenziazione all’interno delle regioni, in astratto è anche possibile, ma la forza dell’intero meccanismo è di costruire un tessuto di misure sia costruito su base regionale».

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