Como ostaggio dei Tir
«La Svizzera non può fare così»

Per il terzo giorno ancora traffico bloccato in città. Il sindaco: «Basta, la città paga un prezzo troppo alto»

Terza giornata di traffico paralizzato ieri a Como a causa della chiusura della dogana svizzera per la festa dell’Ascensione. La riapertura, lunedì mattina, ha visto centinaia di mezzi pesanti incolonnati lungo la A9 fino alle 13 di ieri, quando la coda si è ridotta a un chilometro rispetto alle punte di 7 e 9 delle ore e dei giorni precedenti.

Ripercussioni pesantissime, ancora una volta, per Lazzago, Breccia, Prestino e ancora via Per San Fermo (con code ininterrotte da lunedì), via Bellinzona e fino a Ponte Chiasso. Ieri al caos provocato dai tir fermi in autostrada si è aggiunto quello che ha interessato la zona di Como sole e Borghi a causa di un incidente che si è verificato di prima mattina in via Valleggio (la strada è stata anche chiusa) e ancora i cantieri in corso in via Alciato e in via Turati (sono iniziati proprio ieri i lavori alla rete del gas, che andranno avanti per due mesi).

Furioso il sindaco Mario Landriscina: «Sono molto arrabbiato - dice - perché la pianificazione era stata fatta, ma una città di 90mila abitanti non può trovarsi a dover gestire da sola centinaia di tir in coda per la chiusura della dogana svizzera. Loro chiudono tutto per le festività e in inverno per la neve, e noi subiamo la loro decisione». Il sindaco parla di «problema internazionale» e annuncia che «non appena sarà insediato il nuovo Governo presenteremo una richiesta di incontro per chiedere un intervento». Diversi sono i nodi da affrontare per Landriscina: «La prima cosa riguarda le relazioni internazionali con la Svizzera e la necessità di accordi: loro possono chiudere la dogana, ma le ricadute non possono essere solo nostre. Se noi facessimo altrettanto? Non possiamo accettare soluzioni che vadano a discapito dei residenti».

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