Como, i vigili sulle colazioni
«Mai cacciato nessuno»

Il comandante: solo un’incomprensione. E l’agente smentisce la ricostruzione dei volontari

Un tavolino e la presenza di una decina di persone tra cui un sacerdote. Sono davvero pochi i punti in comune, sulla ricostruzione della domenica mattina sotto i portici dell’ex chiesa di San Francesco, tra la versione dei volontari («siamo stati mandati via e ci è stato vietato di servire le colazioni») e quella della polizia locale. Uno degli agenti, intervenuti domenica alle 7 in largo Spallino mentre un sacerdote e due volontarie distribuivano thé, latte caldo e caffè a sette clochard, ha redatto una relazione di servizio di due pagine per fornire la sua fotografia ufficiale sull’incidente che ha trasformato l’ordinanza contro i mendicanti di Palazzo Cernezzi in un caso nazionale.

Una relazione di servizio che, appunto, ha soltanto tre punti in comune con quanto ricostruito dai volontari: il fatto che ci fosse un tavolino, che le persone presenti fossero dieci e che tra loro ci fosse un sacerdote e due volontarie.

Nel corso della conferenza stampa convocata ieri a Palazzo Cernezzi, il comandante della polizia locale, Donatello Ghezzo, nel ricostruire sinteticamente l’episodio diventato un caso mediatico ha detto: «Si è trattata di un’incomprensione». Cioè, dice che i volontari hanno mentito, chiede una cronista. «No, assolutamente: dico che probabilmente l’emozione del momento non ha fatto cogliere le reali volontà dei vigili». Che, nella relazione protocollata dal comando, negano di aver obbligato i presenti a sloggiare né tantomeno di aver minacciato contravvenzioni.

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