A teatro la tragedia di Cristina Mazzotti
«Anche lei vittima della mafia»

Folto pubblico alla prima dello spettacolo del Teatro della Cooperativa di Milano dedicato al rapimento della giovane a Eupilio nel 1975

Nella sua prigione, mentre la paura e l’orrore si alternano a stati di allucinazione, dovuti alle droghe, somministrate a forza, Cristina recita i versi dell’Orlando Furioso di Ariosto.

Sono le ottave del viaggio di Astolfo sulla luna, per recuperare il senno di Orlando. E sembra davvero una luna, ma da incubo, questo mondo alla rovescia, fatto di una buca sotterranea, di criminali feroci e insensati, di una ragazza ridotta a “oggetto abbandonato”. Una lugubre discarica delle cose perdute, da cui Cristina non tornerà, mai più.

Così, Marco Rampoldi e Paola Ornati, rispettivamente, regista e drammaturga della pièce “Cinque centimetri d’aria” hanno immaginato il martirio di Cristina Mazzotti, la diciottenne rapita il 30 giugno del 1975 a Eupilio e vilmente uccisa dai suoi sequestratori.

Lo spettacolo teatrale intensissimo e toccante, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, sarà in scena, fino a domenica, al Teatro della Cooperativa di Milano (Info: www.teatrodellacooperativa.it). La prima si è tenuta l’altra sera, di fronte ad un pubblico folto, tra cui erano presenti i rappresentanti della Fondazione Mazzotti («Per noi è un ricordo dolce e straziante»), che hanno collaborato al progetto scenico, nella memoria di Cristina, e Nando Dalla Chiesa, docente del Corso di Sociologia della Criminalità Organizzata che ha guidato un pool di ricercatori (in gran numero presenti a teatro) in un lungo studio, dal quale è nato il lavoro scenico.

Sul palco, sola, semisdraiata in una sorta di “sarcofago”, c’era la giovane attrice Lucia Marinsalta, che, con una recitazione che univa sforzo fisico, intellettuale, lirico, è stata chiamata ad una prova impegnativa.

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