Cene di lusso a spese del Casinò
La Procura accusa il sindaco Salmoiraghi

Il primo cittadino di Campione d’Italia si fa pagare conto da 2.400 euro in un ristorante di Lugano: ipotizzato il reato di bancarotta per distrazione anche a carico dell’amministratore Ambrosini

A quasi vent’anni da quelle cene «di rappresentanza» al ristorante del Casinò fatte pagare alle casse del Comune (e costate a Roberto Salmoiraghi un’accusa e un processo per truffa) il sindaco di Campione d’Italia si ritrova sotto inchiesta per colpa, ancora, del conto del ristorante.

Fatto pagare, in questo caso, non già alle casse dell’amministrazione comunale, ma a quelle del Casinò. Un conto da 2.445 euro costato a Salmoiraghi e all’amministratore delegato della casa da gioco, Marco Ambrosini, l’accusa di bancarotta fraudolenta per distrazione.

La contestazione è stata formalizzata da Procura e finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Como nell’ultimo decreto di perquisizione che ha portato nuovamente le fiamme gialle a Campione d’Italia (i finanzieri anche ieri erano in Comune a cercar documenti).

In sostanza secondo la Procura di Como tra le uscite illecite dalle casse del Casinò ci sarebbero anche una serie di pagamenti, autorizzati dall’amministratore Ambrosini, per pranzi e cene che il sindaco Salmoiraghi ha consumato al Swiss Diamond Di Lugano, un hotel a cinque stelle in riva al Ceresio dove una pizza al crudo costa 28 franchi e un menù degustazione 120 vini esclusi. Cene di rappresentanza lecite, nella lettura fatta da sindaco e amministratore della casa da gioco, non secondo l’interpretazione della Procura.

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