Campione, via le slot ma non le speranze
Giovedì al Viminale l’incontro sul Casinò

Alcune macchinette mangiasoldi sono già state rimosse eppure prosegue a Roma il confronto sul destino della casa da gioco e i suoi dipendenti

Le slot machine più belle hanno lasciato il Casinò, ma a Campione d’Italia gli ex lavoratori sperano ancora che la casa da gioco possa riaprire presto. Per giovedì prossimo infatti il Viminale ha convocato le rappresentanze sindacali.

Giovedì, come anticipato da queste colonne, diversi camion hanno portato via alcune slot presenti nel gigantesco Casinò campionese. Sono poche rispetto alle 800 totali (solo 150 sono di proprietà, il resto sono in leasing), si tratta però delle più recenti, quelle che facevano fruttare i maggiori incassi.

Dagli impianti di riscaldamento poi le autobotti hanno anche tolto il gasolio. Via anche gli impianti di condizionamento. Ciò nonostante nell’enclave italiana la speranze non si spegnono, anzi, il governo la scorsa settimana aprendo un tavolo interministeriale ha detto di voler salvaguardare il Casinò di Campione d’Italia e per giovedì prossimo il ministero dell’Interno ha convocato un nuovo atteso incontro.

«Sì, il 18 ottobre alle 11.30 – conferma Vincenzo Falanga, rappresentante della Uil Como per la funzione pubblica – attendiamo la conferma scritta, ma siamo stati avvertiti dalla Prefettura al telefono».

E aggiunge: «Era quello che chiedevamo, un vertice per parlare di tutto il sistema Campione, il cui fulcro ovviamente è la casa da gioco. Il tempo stringe, i licenziamenti degli ex dipendenti sono già partiti, gli esuberi in Comune scattano tra un mese. Io credo si possa andare verso la nazionalizzazione, il territorio non ha saputo gestire questo grande tesoro, sono stati commessi gravi errori, sprechi, il governo può fondare una nuova società».

Le ipotesi in campo sono diverse e nessuna è semplice. Con il fallimento del Casinò, dichiarato dal tribunale di Como il 27 luglio, hanno perso il lavoro 482 dipendenti, il dissesto del Comune ha comportato 86 esuberi, con l’indotto si arriva ad un migliaio di persone coinvolte nella crisi.

«Occorre affrontare nel suo insieme il sistema Campione – dice Giovanni Fagone, sindacalista della Cgil Como – quello che chiederemo è la riapertura del Casinò, senza la casa da gioco l’enclave non ha ragion d’essere, non può stare in piedi».

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