Campione, la difesa dell’ex sindaco
«I debiti e i troppi assunti non sono miei»

Piccaluga replica a Salmoiraghi sui 132 milioni di passivo scoperti un anno fa

Sul fallimento del Casinò e il dissesto del Comune volano gli stracci tra le due storiche amministrazioni che hanno guidato l’enclave nell’ultimo quarto di secolo.

Se la ricca enclave italiana in terra svizzera, con la lussuosa casa da gioco, è oggi sull’orlo del baratro, impossibilitata perfino a tagliare l’erba nelle aiuole, costretta a lasciare a casa 86 funzionari comunali e più di 500 lavoratori del Casinò: qualche errore sarà pur stato commesso.

«Guardi, quando l’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Salmoiraghi se n’è andata nel 2006 – spiega il vice sindaco Alfio Balsamo – nelle casse del Comune c’erano ben 34 milioni, al nostro ritorno lo scorso anno abbiamo trovato 132 milioni di euro di debiti».

«Siamo tornati operativi da pochi mesi, appositamente per riaggiustare la situazione. Oggi anche qualche politico svizzero ci attacca, dimenticando quanti affari i ticinesi hanno fatto a Campione e quanto benestare il casinò ha garantito a tutti. Assunzioni e sprechi sono un capitolo vecchio e chiuso, negli ultimi tempi la comunità ha fatto tagli e sacrifici». L’ex sindaco Marita Piccaluga commenta: «In cassa nel 2007 c’erano sì 34 milioni – ribatte Piccaluga – però mi sono ritrovata 670 dipendenti nel Casinò e 128 in Comune, oltre alla gigantesca costruzione di Mario Botta il cui preventivo era di 82 milioni e che invece è lievitata a 193 milioni, con un conseguente debito di 105 milioni di franchi che in dieci anni abbiamo ridotto a 55»

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