Bus, nuove denunce
«Odissea quotidiana
e non cambia nulla»

Gli autisti si uniscono alle critiche degli studenti. Disagi per chi studia alla Magistri e deve tornare sul lago. «Tempi lunghi e da Lazzago non ci sono corse dirette»

Disagi nei trasporti, la voce degli studenti non è isolata: la situazione di difficoltà riscontrata quotidianamente dai giovani comaschi che dalla provincia raggiungono Como a bordo dei bus di Asf, trova riscontro anche tra gli stessi autisti, che quelle tratte conoscono alla perfezione, e che confermano quanto sia faticoso viaggiare sui mezzi pubblici.

Per tornare a casa da scuola, i ragazzi devono armarsi di pazienza, prepararsi mentalmente e cercare di guadagnarsi un posto a bordo facendosi spazio in mezzo alla calca. La situazione, però, non è necessariamente più rosea se si prende in considerazione il viaggio d’andata.

Gli studenti hanno poche scelte: mezzi strapieni e poche corse, a cui si aggiungono anche ritardi e disservizi, come raccontano diverse segnalazioni. A questo proposito, le ultime in ordine di tempo riguardano gli alunni che arrivano da lontano di Magistri e Giovio. Già tre giorni fa, una studentessa iscritta al Caio Plinio sottolineava come il “C20” delle 14.30, che parte da Sant’Agostino, fosse sempre pieno prima ancora di compiere un metro (oltretutto, si trasborda ad Argegno). Il bus successivo è alle 16.10. Insomma, pochissime corse e tutte stracolme.

La mattina, parimenti, le “corriere” in partenza da Lanzo e sono tutte stracariche, addirittura arrivano ad avere una ventina di persone in piedi.

Anche dagli autisti, come detto, arrivano segnalazioni, che confermano una situazione difficile per chi deve affidarsi ai mezzi pubblici. Tra i disagi segnalati, i tempi di percorrenza, l’eccessivo affollamento e l’assenza di corse dirette per il lago. Ieri per esempio, segnalano ancora gli studenti, a Moltrasio il conducente è stato costretto a tirare dritto e a non prendere nessuna nuova persona a bordo.

Sempre la mattina alcuni bus transitano da piazza Vittoria, mentre in due arrivano fino a Lazzago, trasportando quindi gli studenti di Giovio e Magistri. Al ritorno, invece, non esiste nessun diretto, costringendo quindi i ragazzi a prendere il “C10” fino ad Argegno, oppure a salire su qualsiasi bus diretto a Como per poi raggiungere Sant’Agostino. Infine, la linea che arriva fino a Lanzo spesso prevede il trasbordo ad Argegno.

In tanti casi, inoltre, fa la strada del lago (in gergo, la “bassa”): una quindicina di minuti giornalieri in aggiunta a chi, comunque, deve sobbarcarsi un viaggio davvero lungo (spesso si tratta di studenti che escono di casa per salire sulla corsa delle 6.25 e scendere dopo le 15).

Per tutti i viaggiatori che deve raggiungere il centro per poi cambiare, tocca quindi affrontare anche la lotta di chi, cinque o sei giorni su sette, deve prendere le vetture.

Come raccontato nei giorni precedenti, al Giovio con buona probabilità la situazione peggiore. Costretti su un marciapiede stretto, centinaia di studenti aspettano il loro turno. In particolare, dopo la campanella delle 13, quasi tutta la popolazione del liceo più numeroso della città attraversa la strada e attende la corsa del proprio bus per tornare a casa.

La richiesta è semplice: aumentare il numero delle corse in città. In questo modo, magari, si potrebbe evitare l’affollamento e la calca.

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