Burqa, dopo la legge in Ticino
si muove anche la Lombardia

Mozione in Regione contro il velo totale islamico. E il sindaco di Varese pensa a un’ordinanza

La legge anti-burqa approvata nei giorni scorsi dal Parlamento del Canton Ticino, spinge molti politici lombardi a sollecitare un analogo provvedimento anche in tutta la Regione. La consigliera Lara Magoni, eletta nella lista Maroni, ha depositato una mozione urgente rivolta al consiglio regionale per chiedere un provvedimento per «aggiornare le norme vigenti rispetto alle mutate esigenze di ordine pubblico» con particolare riguardo proprio alla possibilità di rendere esplicitamente vietato l’utilizzo del burqa in pubblico.

Anche il sindaco di Varese, Attilio Fontana, ha rotto gli indugi e proprio sulla spinta della legge approvata da Bellinzona ha dichiarato nei giorni scorsi che «il divieto di portare il burqa sarà inserito nel regolamento della polizia locale oppure sarà oggetto di un’ordinanza» la cui applicazione «potrebbe essere molto veloce».

Nel frattempo creano dibattito le dichiarazioni dell’imprenditore franco algerino Rachid Nekkaz che, all’indomani dell’approvazione della legge anti-burqa in Canton Ticino, si era proposto per farsi carico lui delle eventuali multe ricevute da donne musulmane in Svizzera. L’imprenditore ha detto (parlando alla Tsi): «Tutto il mondo musulmano sa che pago le multe. Ho un sito internet con il mio nome: è facile contattarmi”.

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