
Cronaca
Martedì 21 Marzo 2017
«Attenti ai bollettini,non garantiscono
l’assenza di pericoli»
Il delegato del Soccorso Alpino invita a una riflessione sul tema della sicurezza. «La montagna non perdona neanche i più esperti».
«I pericoli della montagna in questo periodo? Gli stessi di sempre, da quando esistono le montagne». C’è amarezza nella battuta a cui Valerio Rebai affida il proprio commento sui rischi che si corrono avventurandosi in fuori pista in questa stagione.
Soltanto venerdì scorso, in Alta Valmalenco, due valtellinesi hanno perso la vita per una valanga. Pietro Luigi Pellegrini e Luciano Bruseghini sono stati travolti da un distacco di neve che ha invece miracolosamente risparmiato Roberto Lenatti, l’amico che si trovava con loro alle pendici dello Scerscen. Ma l’analisi del delegato provinciale del Soccorso Alpino non si riferisce al caso specifico, sul quale peraltro sono ancora in corso accertamenti, per esprimere invece considerazioni di carattere ben più generale. «Il decalogo sulle norme di sicurezza da rispettare in montagna si trovano dappertutto, anche facendo una semplice ricerca su google e sono sempre quelle, come i dieci comandamenti - ancora Rebai -. Esattamente come i comandamenti, però, tutti li conoscono ma tutti li trasgrediscono».
La conoscenza, insomma, non sarebbe di per sé sufficiente a mettere al riparo dai pericoli. «La montagna è un ambiente severo e non perdona, anche se sei esperto - ricorda il delegato provinciale del Soccorso Alpino -. Sottolineerei il fatto che quasi tutti gli incidenti degli ultimi tempi hanno coinvolto persone di una certa esperienza. Sembra un paradosso, ma la realtà dimostra che spesso è proprio chi ha meno conoscenze tecniche a tirarsi indietro di fronte al pericolo. Gli esperti invece hanno una percezione soggettiva del pericolo che li porta non dico a sottovalutarlo, ma a considerarlo gestibile. L’errore è proprio quello: tu puoi essere anche un esperto, ma la valanga non lo sa».
Meglio affidarsi insomma a elementi più oggettivi, rispetto alla propria sensazione di sicurezza. Anche su questo punto però Rebai fa qualche precisazione: «Ricordiamoci sempre che neanche i bollettini valanghe che indicano una situazione di scarso pericolo vanno presi alla lettera. Danno un’indicazione, certo, ma è un’indicazione di massima che riguarda aree piuttosto ampie all’interno delle quali si possono comunque creare delle situazioni locali di estremo pericolo».
La conclusione non può essere che una: «Rinunciare a cercare di andare oltre i limiti - ammonisce Rebai -. Diversamente, da soccorritore, non mi resta che cominciare pensare a come intervenire il più velocemente possibile».
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