Arriva Gue Pequeno
e il K-klas esplode

L’eventoOttocento ragazzini in pista e altri in coda fuori Tutti con i telefonini in alto per riprendere il concerto

«Gue. Gue. Gue. Gue». I ragazzini che affollano il K-klas di Tavernerio sono in fibrillazione. Il loro idolo sta per salire sul palco. Gue Pequeno ha un bandana di Louis Vuitton azzurro in testa, annodato come un turbante e indossa una felpa bianca Yezzi con un 3 nero enorme applicato sulla schiena.

Gentlemen come il suo album

Sembra un pugile mentre tira giù il cappuccio della felpa fino agli occhi e stringe il pugno attorno al microfono. Quando sale sul palco e annuncia un nuovo disco d’oro per uno dei suo brani, viene accolto da urla di gioia che sembrano un unico grido. Le mani dei fan si alzano di colpo con le braccia tese. Se tutti potessero abbracciarlo, verrebbe stritolato dagli abbracci. Inizia la musica, esplode il locale. E dieci, cento, mille cellulari immortalano la scena. I successi del rapper si rincorrono veloci uno dietro l’altro mentre le luci verdi si confondono con gli schermi dei telefonini. «Se io fossi milionario, ario ario, ario» «porterei tutti gli amici sulla cabri cabri cabrio», «Più di un drink, più di un film» «più del trip di questa miss mezza brasiliana». «Tu smetti di vivere, smetti di esistere» «se ti sequestro l’I pad». Lui inizia le strofe. I ragazzi le finiscono mettendoci ancora più enfasi. E così facendo assorbono la stessa forza, la stessa simpatia, la stessa strafottenza del cantante, lo stesso mix di qualità che fanno di Gue il re dei rapper. Lui non viene dalla strada, non ha una famiglia povera alle spalle, ma proprio perchè a casa sua si respirava cultura e lui ha frequentato il liceo classico, non era detto che ce la facesse a sfondare nel rap. Invece ce l’ha fatta e ce l’ha fatta alla grande, aprendo la strada a tutti quelli che seguivano.

E prima dei colleghi che oggi hanno vent’anni (lui ne compie 37 a Natale), ha imparato a dire qualunque cosa gli passi per la testa. Anche se non è sempre la più diplomatica. Anzi, se è scomoda e scandalizza, meglio ancora. È il messaggio di chi fa rap, fregarsene del giudizio degli altri, una delle poche lezioni che i ragazzi amano sentirsi fare.

Però stasera, al K-klas dimostra solo di avere talento e educazione. Si capisce già, prima che tutti inizi. Gue arriva con il suo braccio destro Emiliano (Ronchi) Lo zio, l’unico che lo chiama con il suo vero nome, che è Cosimo (Fini).

Sul retro, in camerino, Gue non fa la prima donna ma l’esatto contrario. Ed è per questo che è in ritardo. Era annunciato sul palco a mezzanotte e mezza, ma lo sanno tutti che le star non arrivano mai in orario e chi è in pista non se ne accorge neppure. Lui è Gue, i ragazzi lo adorano, può fare quello che vuole. Anche perchè è gentilissimo con chiunque, e si comporta da professionista. Il tempo che passa serve solo a far crescere l’eccitazione. Chi va in camerino a trovarlo, arriva in punta di piedi, guardandolo intimorito, con rispetto e ammirazione, come se vederlo da vicino fosse già un regalo. Anche se canta «passano gli anni e divento più grosso come un cavallino di polo» è talmente alto che non si nota. Indossa occhiali eleganti e poi sorride. Non fa le foto tanto per farle, le fa in modo che i fan abbiano un bel ricordo.

Gentile con tutti

Per questo passa più tempo del previsto prima che vada in scena, mentre i camerieri vanno avanti e indietro frenetici con cestelli di bicchieri e bottiglie giganti. I buttafuori in camicia nera sorvegliano che tutto fili liscio. Roberto Barni, proprietario del locale, aspetta tranquillo nel suo ufficio lasciando che sia il direttore artistico, Denys Man ad accogliere il rapper. Si annuncia una stagione di numeri uno, al k-klass, ma l’arrivo di Gue è di quelli che riempiono ogni posteggio dei dintorni. Non tutti sono riusciti a entrare, in tutto saranno stati 800 a mettere almeno dentro la testa. Ma ci pensa chi era vicino a lui a girare i video e le foto. I ragazzi sono felici, anche quelli in coda. Gue «vive da selvaggio come un rocker», ma lo sa come si conquista il cuore dei fan.

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