Annone, ponte crollato
Sentenza a settembre

Ieri in Tribunale a Como, per ragioni di distanziamento, una delle ultime udienze. Un punto a favore della difesa

L’istruttoria del processo per il crollo del ponte di Annone si è sostanzialmente chiusa. Non ufficialmente, il presidente della sezione penale del Tribunale di Lecco Enrico Manzi, nell’udienza di ieri in trasferta a Como, al Palazzo di giustizia, per garantire il distanziamento anti-Covid, ha lasciato tempo alle parti fino al 21 giugno sempre nel capoluogo lariano, per eventuale produzione documentale suppletiva. Quindi, dichiarerà chiuso il dibattimento e darà la parola alla pubblica accusa, il sostituto procuratore Andrea Figoni, per la sua requisitoria, che si concluderà con le richieste: di condanna o assoluzione dei quattro imputati per la tragedia avvenuta lungo la statale 36 alle 17.20 di venerdì 28 ottobre 2016, quando il cavalcavia piombò sulla strada al passaggio di un autoarticolato, uccidendo l’ex docente di educazione fisica Claudio Bertini di Civate, 68 anni. A giudizio davanti al presidente Manzi ci sono Angelo Valsecchi e Andrea Sesana, ingegneri, all’epoca dei fatti dirigente e funzionario del settore Urbanistica e viabilità della Provincia di Lecco, Giovanni Salvatore, pure ingegnere, capo settore manutenzione Anas e responsabile della statale 36, e Silvia Garbelli, architetto, funzionario della Provincia di Bergamo. Per il 21 giugno è in calendario anche l’arringa degli avvocati di parte civile. Si prevede un’udienza-fiume, dalle 9.30 fino a pomeriggio inoltrato. Due le novità emerse ieri. Una – in particolare – farebbe segnare un punto a favore della difesa di Sesana e Valsecchi. Chiamato a testimoniare dall’avvocato Stefano Pelizzari, che assiste il primo, Stefangelo Lupi, classe 1960, impiegato tecnico dell’azienda di trasporti Battazza di Lecco, ha raccontato come da diversi anni, «i nostri autoarticolati diretti alla Eusider di Cesana Brianza (la stessa azienda dove si stava recando Vasile Ciorei, il conducente del tir della Nicoli Trasporti di Albino sotto il cui peso il ponte di Annone si è sgretolato, nda) passano per Lecco per poi imboccare la statale 36 in direzione Sud. La Provincia di Lecco, infatti, aveva respinto una nostra richiesta di autorizzazione, formulata da me, al transito sul cavalcavia. «Avevo chiamato e mi dissero che avrei dovuto variare il percorso perché avevano deciso di vietare il passaggio ai trasporti eccezionali sul cavalcavia per ragioni di sicurezza. Da allora, i nostri mezzi, provenienti per lo più da un acciaieria di Cremona e diretti a Cesana Brianza, transitano da Milano verso Bergamo e poi sulla provinciale 72, passando per Olginate, Pescate e Garlate, puntano verso Lecco e poi prendono la 36 in direzione Sud». Nell’udienza è emerso che analogo divieto venne espresso dalla Provincia di Lecco a fine 2015 a una ditta di Desio. (Su La Provincia di Lecco oggi due ampi articoli sull’udienza)

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