Centinaia per l’addio alla volontaria di Emergency Silvia Longatti morta a Kabul

Chiesa parrocchiale piena lunedì a San Cassiano di Prata Camportaccio per l’ultimo saluto a Silvia Longatti, la cooperante di 38 anni scomparsa improvvisamente il 10 marzo mentre si trovava a Kabul, capitale dell’Afghanistan, in missione con Emergency. Una morte che ha lasciato sgomenta tutta la valle e l’intero mondo del volontariato.

Nell’omelia il parroco Gian Battista Binda ha usato le parole di Gesù e la metafora del chicco di grano, che quando cade a terra e muore produce frutti. «Non ho, purtroppo, conosciuto personalmente Silvia – le parole di don Binda - . Me ne hanno parlato in questi giorni i parenti e i tanti amici. Ne è uscito il ricordo di una persona che, magari senza la piena consapevolezza, ha fatto proprio l’insegnamento di Gesù: trasformare i propri ideali in atti concreti a favore di chi aveva più bisogno». E di atti concreti Silvia Longatti ne ha fatti tanti. Dopo aver concluso le superiori al liceo dell’istituto Leonardo Da Vinci di Chiavenna, la decisione di studiare Relazioni Internazionali alla Luiss Guido Carli e Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università degli Studi di Genova.

Da subito l’impegno all’interno delle associazioni per la cooperazione internazionale e per le strutture di accoglienza dei richiedenti asilo. Dal Cesvi ad Altra Via, dal Danish Refugee Council fino, appunto, ad Emergency. Associazione fondata da Gino Strada per portare soccorso medico nei contesti più difficili del mondo che era diventata la sua casa.

Al termine della funzione il feretro della valchiavennasca è proseguito per la cremazione. La giovane donna, colpita da una polmonite che in poche ore non le ha lasciato scampo, lascia il padre Giovanni, i fratelli Paolo e Claudio e il compagno, anch’egli impegnato con Emergency.

Chiavenna dice addio a Silvia Longatti. Video di redazione

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