«Un tavolo di confronto sugli svincoli della tangenziale di Sondrio»

Un tavolo di confronto con il territorio e i portatori di interesse pubblici e privati per superare le criticità viabilistiche, paesaggistiche ed ambientali legate ai progetti degli svincoli della Sassella e del Trippi della tangenziale di Sondrio.

A sollecitare la Regione ad affrontare la questione, alla luce della petizione promossa da un comitato spontaneo e firmata da 1.400 abitanti e della camminata molto partecipata di inizio aprile organizzata per chiedere la revisione dei progetti, è un’interrogazione a risposta scritta depositata nei giorni scorsi dai consiglieri regionali del Partito democratico Gian Mario Fragomeli, Gigi Ponti e Simone Negri convinti della necessità di aprire un confronto sulle due opere da realizzare in occasione delle Olimpiadi 2026.

«L’intento dei progetti sarebbe quello di fluidificare la viabilità - spiega Fragomeli -, ma in entrambi i casi il problema non viene risolto e anzi, rischierà di causare ulteriori disagi: lo svincolo della Sassella, ad esempio, oltre ad impattare sull’ambientale sposterebbe il traffico solo qualche chilometro in più in là. Il cavalcavia del Trippi, invece, rappresenterà un potenziale pericolo vista la mancanza di una corsia di accelerazione».

I consiglieri del Pd ricordano che il territorio ha presentato delle proposte alternative a quelle attualmente prese in considerazione, che oltre ad essere già inserite nei vari strumenti urbanistici, a differenza delle nuove progettazioni, comportano migliorie e sostenibilità ambientale e paesaggistica, tenuto conto dei particolari contesti in cui le infrastrutture andranno ad inserirsi.

«Le Olimpiadi – aggiunge Negri - devono essere un’occasione di crescita sostenibile, proprio per questo ogni opera deve integrarsi al meglio in un territorio che va preservato e tutelato, sia da un punto di vista paesaggistico che naturalistico ed ambientale». «I progetti che si intendono realizzare - spiega il segretario provinciale del Pd, Michele Iannotti - non sono coerenti con il Piano territoriale regionale, con il Piano territoriale di coordinamento provinciale di Sondrio e con il Piano di governo del territorio del comune di Montagna. Mi auguro che Regione possa fare un passo indietro prendendo in esame le proposte alternative che arrivano dal territorio, tra l’altro già inserite nei vari strumenti urbanistici».

Il tempo per affrontare la questione secondo gli esponenti dem c’è visto che lo stesso presidente del Coni Malagò ha ammesso che le opere in questione non potranno essere ultimate entro l’evento olimpico del 2026. «Poiché la data di fine lavori andrà oltre i Giochi - conclude Ponti - la Regione potrebbe, dovrebbe, aprire un tavolo di confronto con il territorio e con i principali portatori d’interesse così da provare a superare le criticità di carattere funzionale, viabilistico, paesaggistico ed ambientale ad oggi esistenti».

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