Strada ostruita a Chiareggio, i rifugisti e i proprietari delle baite scrivono al sindaco

I danni nel comune di Chiesa in Valmalenco risalgono allo scorso 20 ottobre

Sono trascorsi quasi sette mesi dal 20 ottobre dello scorso anno, quando un nubifragio si era abbattuto su tutta la provincia di Sondrio facendo grossi danni anche in alta Valmalenco, e, da allora, nulla si è più saputo rispetto alla regimazione degli argini del torrente Sissone in zona Chiareggio-Pian del lupo e Forbicina.

E soprattutto rispetto alla possibilità di accedere con i mezzi motorizzati alle baite della zona e a rifugi come il Tartaglione e il Del Grande Camerini oltre che agli alpeggi Sentieri, Sissone e Vazzeda inferiore e superiore, impossibile dallo scorso anno per il fatto che la piena del Sissone ha eroso gli argini ed ha distrutto la strada di accesso alle località interessate asportandola per almeno 150 metri.

I gerenti di questi esercizi pubblici d’alta quota, i proprietari delle baite rimaste tagliate fuori dal transito veicolare, gli alpeggiatori, ed altri esercenti i pubblici esercizi di Chiareggio sono preoccupati e si chiedono cosa ne sarà della prossima stagione estiva in assenza di interventi di somma urgenza.

Per questo hanno scritto una lettera al sindaco di Chiesa, inviata via pec martedì, con oggetto la praticabilità della strada agro-silvo-pastorale Chiareggio-Forbicina-Laresin-alpe Sentieri-rifugio Tartaglione, chiedendone «il ripristino con la massima urgenza - è scritto nella lettera - o l’indicazione ed autorizzazione al passaggio su piste alternative provvisorie in modo da consentire a tutti gli utenti del territorio di esercitare le loro attività, usufruire degli immobili ed evitarne il degrado».

Per quanto riguarda i rifugi in quota e gli alpeggi, infatti, per quanto raggiungibili a piedi, non lo sono altrettanto con i mezzi motorizzati e questo è un grosso problema, perché ne va della possibilità di approvvigionarsi agevolmente. Senza la strada praticabile, occorre portare in quota tutti i viveri e il necessario in elicottero per cui le spese relativi sono destinate ad aumentare notevolmente.

Lo stesso dicasi per i proprietari delle baite di Forbicina e limitrofi che dovrebbero, per forza, raggiungerle a piedi con tutto l’occorrente e, soprattutto, non potrebbero procedere a degli interventi di manutenzione già programmati e, in alcuni casi, come fanno notare, assolutamente necessari.

L’auspicio è che si proceda quanto prima ad interventi risolutivi e strutturali sugli argini del Sissone, i quali sono di competenza regionale, perché la proprietà di questi terreni è in capo a questo ente superiore, e che, di pari passo, ci si attivi anche in interventi di somma urgenza che, secondo i richiedenti, avrebbero già dovuto essere effettuati da tempo.

Nell’imminenza, gli stessi chiedono la possibilità in estrema ratio di poter accedere alle loro baite e alla parte alta della Val Sissone attraverso la messa a punto di una pista provvisoria che sia percorribile con mezzi idonei, fuoristrada, utile agli approvvigionamenti di alpeggi e rifugi.

Fra i firmatari della missiva ci sono, infatti, fra gli altri, i gerenti i rifugi Tartaglione, Del Grande Camerini e Longoni, la locanda Pian del lupo, la Tana del grillo, l’hotel Gembro, il ristorante “Ai portoni”, l’azienda agricola “Lenatti Alberto e Claudio”, e l’alimentari di Chiareggio.

Da noi contattata, la sindaca Renata Petrella, renderà nota la propria posizione a breve.

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