CRV - Il volume “Renzo Bergamo: l’Arte insegna il coraggio di Osare”

(Arv) Venezia 13 giu. 2023 -       E’ stato presentato quest’oggi a palazzo Ferro Fini, sede dell’assemblea legislativa veneta, il volume edito da Nuovadimensione “Renzo Bergamo: l’Arte insegna il coraggio di Osare” di Caterina Arancio Bergamo “importante iniziativa culturale che oggi si combina, per uno coincidenza singolarissima, con un piccolo omaggio che il Consiglio regionale ha dedicato a Giuseppe Mazzotti, poliedrico intellettuale trevigiano, di quel Veneto di grandi figure che svolsero un ruolo importante nella formazione di Renzo Bergano, artista per molti aspetti eccezionale” ha detto il presidente  Ciambetti  stabilendo così un parallelo con la Mostra “Ville venete - Giuseppe Mazzotti, una vita per la tutela del Paesaggio” inaugurata questa mattina. “Renzo Bergamo appartiene alla generazione della rinascita e ricostruzione, personaggio di un grandissimo spessore umano e culturale, capace di riallacciare le fila dell’arte andate spezzate non solo dalla guerra ma anche dall’isolamento culturale in cui era caduta l’Italia.  Parlare di Renzo Bergamo significa anche ripercorrere le tappe della ricostruzione morale e culturale del Paese, una ricostruzione che vide in Veneto personaggi di caratura mondiale da Carlo Scarpa a Tancredi Parmeggiani per citare due figure più anziane di Bergamo ma che rendono l’idea dell’humus culturale in cui egli si formò. Questo libro che presentiamo oggi ci spinge a riflettere su questo artista e al suo essere libero, slegato da ogni definizione e corrente, casomai legato a punti di riferimento come Mondrian e Kandisky ma ancor più a Kasimir Malevič con il quale mi avvio a concludere il mio saluto, per l’elevato valore simbolico che oggi il grande “suprematista” assume anche ai nostri occhi: Malevič era nato a Kiev, sotto l’impero zarista, da una famiglia di origine polacche, dunque riassumeva molte delle faglie di tensione che oggi affliggono non solo l’Ucraina:  Renzo Bergamo lo apprezzava e sapeva bene le sfide che Malevič aveva lanciato e che avrebbero trovato risposte complesse come nel caso di Lucio Fontana e dei suoi tagli. Renzo Bergamo, protagonista del nuovo mondo, seppe osare, al pari di Fontana e dei suoi tagli provocatori. Nelle opere di Bergamo il soggetto non esiste, ma noi intuiamo la forza dell’artista, il gesto e per quanto sembri impossibile, ci rendiamo conto che ogni tratto, ogni colore, ogni sfumatura, è dove doveva essere frutto di quella forza di volontà e amore che Bergamo metteva nella sua arte spingendolo ad andare oltre, a osare”. Dopo il presidente Ciambetti è stata la volta di  Fabiano Barbisan , che ha ricordato la vita di questo artista“ che fin dalla più tenera età dimostrò talento tanto da esporre i suoi quadri e disegni già a tredici anni. Alla morte del padre si legherà a Giovanni Comisso, con il quale si crea un rapporto quasi filiale. A Treviso conosce e frequenta Andrea Zanzotto, Pier Paolo Pasolini, Mario Soldati, Gian Francesco Malipiero e altri intellettuali di quel ‘Veneto felice’, entourage nel quale Renzo Bergamo viene considerato un enfant prodige della pittura. Dopo aver vissuto e lavorato da autodidatta a Parigi e a Zurigo nel 1960 si trasferisce a Milano dove Giovanni Comisso lo introduce ad alcuni esponenti della cultura tra cui Giorgio Strehler, Bruno Munari e Franco Grignano. A Milano frequenterà Lucio Fontana, Piero Manzoni, Dova, Scanavino e Bruno Bergamo orienterà sempre più la sua pittura sempre più verso la ricerca, affascinato sempre più dalle scienze e dalla matematica. Dopo aver esposto a New York alla mostra ‘Avanguardia Italiana’ e gli inizi degli anni ‘70 partecipa con un gruppo di artisti ed intellettuali alla formazione di un movimento che prenderà il nome di Astrarte anche se attorno al 1980 Bergamo si staccherà dal gruppo, maturando l’idea che esporre sia divenuta un’operazione puramente commerciale, così si ritira dal circuito pubblico, continuando a dipingere in estrema libertà, dedicandosi alla ricerca di una sincerità di pensiero, indirizzando le sue opere esclusivamente verso un ristretto e selezionato collezionismo privato. Questo libro che presentiamo oggi intende restituire alla storia dell’arte italiana e soprattutto al Veneto che oggi in virtù anche dei processi politici ricerca e valorizza le proprie specificità e in ciò è giusto dare spazio e risalto all’arte di questo artista portogruarese”. Hanno preso quindi la parola Roberta Semeraro, critico d’arte e prefatrice dell’opera, l’ex sindaco di Portogruaro  Florio Favaro , promotore di una importante mostra sull’artista portogruarese, l’avvocato  Antonio Ferrarelli , presidente del Distretto Turistico Venezia Orientale, e l’autrice  Caterina Arancio Bergamo , moglie dell’artista che in questo libro ha voluto raccontare “l’uomo  Renzo Bergamo: io racconto piccoli aneddoti delle nostra vita che possono essere illuminanti sulle scelte che poi egli ha fatto. Racconto la sua curiosità sempre legata a questa forma di energia, l’energia del cosmo: tutta la sua tematica si svolge attorno a questo.Racconto momenti di vita privata che possono aiutare a capire i suoi dipinti e la sua arte”.

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