Strada Morterone «Più che tagliafuoco
sembra a due corsie»

L’intervento Escursionisti in allarme per i lavori in corso Il sentiero che porta al rifugio Azzoni sul Resegone sparito Il bosco sventrato. Pesenti: «Solo una pista per i soccorsi»

La strada nei boschi di Morterone torna a preoccupare gli amanti della montagna. I lavori di realizzazione della strada agrosilvopastorale che, tra gli alberi, dal paese meno popoloso d’Italia dovrebbe condurre al Resegone, nei pressi del rifugio Luigi Azzoni, stanno infatti proseguendo. Lo scorso fine settimana, alcuni escursionisti diretti sulla cima del monte più famoso della provincia hanno scattato delle fotografie dell’area interessata dagli interventi, definendo il tratto una vera e propria “strada a doppia carreggiata”.

La destinazione

A chiarire la destinazione della via - una pista tagliafuoco - era stato, nelle scorse settimane, il sindaco di Morterone, Dario Pesenti. Il tutto dopo un post sul tema a firma del gestore dell’Azzoni, Stefano Valsecchi, in cui si parlava – in modo definito poi provocatorio - di una ipotetica strada per il servizio jeep da e verso il rifugio. Servizio prontamente smentito dal primo cittadino. La strada, insomma, ha sulla carta solo una doppia funzionalità: la manutenzione dei boschi, il loro alleggerimento e la finalità “tagliafuoco” della strada”.

Le rassicurazioni, però, a giudicare dai lavori, non sembrano bastare. Nel frattempo, infatti, il polverone mediatico sollevato sull’opera, che dovrebbe concludersi entro le prossime settimane, ha attirato anche l’attenzione degli ambientalisti: «La natura, il bosco, qui soffrono per questi interventi che, lo ripetiamo, non sembrano giustificati dalla cosiddetta economia montana – osserva Roberto Fumagalli, del Circolo Ilaria Alpi - Le montagne devono anzitutto essere preservate nella loro naturalità. L’uomo non deve intervenire con opere così impattanti, la montagna è l’ambiente dove vivono flora e fauna. L’uomo dovrebbe limitarsi a una fruizione leggera, sia per trarne profitto - legname - che per relax - escursionismo, senza uso di mezzi meccanici, jeep o ruspe o camion».

Anche il Cai Lecco ha ribadito la propria posizione: «Valuteremo a fine lavori – fa sapere la presidente Adriana Baruffini – In teoria, ora la traccia è larga perché devono passare i mezzi di lavoro, poi la strada dovrebbe essere nuovamente rinerbita, speriamo sia così. Ci siamo già espressi sul carattere estensivo, trasversale e permanente di questo Piano diretto a boschi pensati solo come colture di legna. Il Cai spera di sensibilizzare, portando all’attenzione del pubblico il tema. Alla fine, sono le amministrazioni a decidere». Tra coloro che temono per le sorti della strada, alcuni propongono il posizionamento di una stanga all’inizio del tratto con divieto di passaggio di mezzi motorizzati.

Manutenzione

«Noi, come Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera, abbiamo solo approvato il progetto di alleggerimento del bosco presentato dal Comune di Morterone – evidenzia il presidente Fabio Canepari – Ogni tipo di competenza della strada, anche relativa al divieto di accesso, dipende da lui, dunque. Ad ogni modo, il progetto ha la sola finalità di manutenzione del bosco e di uso da parte dei proprietari dei terreni. Non ci sono altre destinazioni d’uso».

Il sindaco Pesenti dal canto suo ribadisce : la strada resterà una pista tagliafuoco, le dimensioni però saranno invariate.

La sbarra? «Vedremo, ma non credo»

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