Lecco, case vuote. Penalizzate le giovani coppie

Le reazioni ai numeri di abitazioni sfitte, cinquemila solo a Lecco città

«Gli “affitti brevi” andrebbero normati meglio. La loro diffusione determina un aumento dei prezzi degli immobili che rischia di penalizzare soprattutto le giovani coppie». A parlare è il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni.

Il tema è quello sollevato ieri dalle colonne del nostro giornale: vale a dire le 65mila case non occupate in Provincia di Lecco, cinquemila solo nel capoluogo. Cifre enormi. Un fenomeno che va a netto svantaggio delle esigenze abitative soprattutto delle giovani coppie (il rapporto tra domanda e offerta resta sbilanciato, i prezzi si alzano senza soluzione di continuità, soprattutto in centro), ma che inquadra anche dinamiche nuove dal punto di vista turistico.

Infatti, secondo Claudia Pattarini, tra le 65.620 “abitazioni non occupate” sono in netta crescita quelle destinate alla locazione turistica. Un fenomeno che i dati Istat considerati da Openpolis non racconterebbero in modo esaustivo. «Dopo la pandemia, tante case prima vuote sono state riconvertite e trasformate in “case vacanze” oppure destinate agli affitti brevi». Fino alla settimana scorsa, Pattarini era la presidente dell’associazione “Ospiti per casa del lago di Como”, un ente che riunisce circa un centinaio tra bed and breakfast, case vacanze e locazioni turistiche.

«La nostra associazione – continua l’host - è impegnata da anni nel promuovere un’offerta ricettiva extra – alberghiera regolare, trasparente e di qualità, fondamentale affinché il turista ritorni». Alla base dell’impennata dei flussi turistici in provincia di Lecco, secondo Pattarini, ci sono, tra gli altri, due fenomeni paralleli: la diffusione del brand “Lago di Como” e il livello di saturazione raggiunto dalle strutture comasche. «I turisti – prosegue l’host – iniziano a non tollerare il sovraffollamento che si registra dall’altro lato del lago e arrivano nel nostro territorio, il quale a sua volta scopre la sua vocazione turistica. Certo, i flussi turistici andrebbero governati sul piano della quantità e della qualità».

Ciò che Pattarini rifiuta categoricamente sono le semplificazioni. «Perché – si chiede l’imprenditrice – molte case vuote sono state riconvertite solo quando è cresciuto il settore degli affitti brevi e non prima? Questo fenomeno ha anche permesso la rivitalizzazione di intere aree, creando economia e posti di lavoro, nonché l’emersione di tanto affitto in nero. Certo, i costi degli immobili sono aumentati ma associare questo problema solo alle case vacanze è sbagliato. La questione è più complessa ed influenzata da altri fattori come le politiche abitative messe in campo dagli enti pubblici e gli interessi dei privati che vedono nei possibili ricavi da locazione turistica un’occasione di guadagno».

Tornando all’altro lato della vicenda, però, è innegabile che, soprattutto nel capoluogo, ci siano interi palazzi completamente disabitati. «Come amministrazione – sottolinea il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni – riteniamo che una qualsiasi forma di ristrutturazione, compreso l’abbattimento e la ricostruzione, sia la soluzione preferibile. In altre parole, intendiamo accogliere pienamente l’orientamento delle nuove normative europee nel nuovo Pgt». Proprio per incentivare il recupero del patrimonio edilizio, nonché la rigenerazione delle aree industriali, il comune di Lecco ha recentemente approvato una delibera che delinea un quadro più chiaro delle riduzioni al costo di costruzione di cui possono beneficiare gli operatori.

Resta l’esigenza, come già detto in apertura, di normare meglio gli affitti brevi. «Si rischia di generare una dinamica espulsiva, soprattutto ai danni delle giovani coppie».

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