Aria meno inquinata, ma non abbastanza

Ambiente I dati dell’indagine Mal’aria 2023 a Lecco e Sondrio

La qualità dell’aria nelle città italiane migliora ma troppo lentamente per poter portare effetti benefici sulla salute dell’uomo. È questo in sintesi il quadro che emerge dall’edizione 2023 del rapporto Mal’aria, indagine condotta a livello nazionale da Legambiente che prende in esame l’inquinamento da polveri sottili, polveri sottilissime e biossido di azoto nei capoluoghi italiani.

Fra le città lombarde, Lecco e Sondrio registrano il valore medio annuale più basso di polveri sottili – 22 microgrammi per metro cubo; Lecco addirittura è la miglior città lombarda insieme a Varese per inquinamento da polveri sottilissime; Sondrio invece registra la qualità migliore per quanto riguarda il livello di biossido di azoto. Al netto dei dati assoluti, tutti in miglioramento rispetto al 2022, Lecco e Sondrio dovrebbero agire di più sul fronte della riduzione delle pm 2.5 per poter rispettare i nuovi parametri europei che entreranno in vigore a partire dal 2030.

“Nonostante tutti gli sforzi messi in atto e le tangibili riduzioni delle emissioni avvenute, un sistematico e costante calo delle concentrazioni – spiegano da Legambiente - non si è registrato in praticamente nessuna città. Il tasso medio di riduzione delle concentrazioni a livello nazionale è infatti solo del 2% per il Pm10 e il 3% per l’No2. Un calo lento. Troppo lento per sperare di rientrare nei limiti previsti dal 2030, che sono comunque superiori ai valori indicati dall’organizzazione mondiale della salute”. Basti pensare allora ai limiti scattati all’inizio di questa settimana per gli sforamenti di inquinanti registrati a Lecco. Senza la pioggia delle ultime ore, la situazione sarebbe da allarme rosso.

Non si può però sperare solo nel cielo. Fra le strategie che l’associazione indica per centrare questi obiettivi, un utilizzo maggiore di forme di mobilità sostenibile, una revisione costante degli impianti di riscaldamento, soprattutto quelli a biomassa e infine porre l’attenzione non solo alle città ma anche alle zone di campagna. Non bisogna dimenticare che le concentrazioni maggiori di inquinanti si registrano nella pianura padana.

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