Benemerenze, un appello al Pd

«Veto su Cesana, spiegate perché»

Polemiche Non si placa il malcontento per la bocciatura dell’ex assessore alla cultura. Veti anche contro Scotti: «Complimenti». Citterio: «Una scelta non dare il premio ai politici»

«Riscrivo un appello agli amici del Pd. Come giustificate il veto a chi ha creato il solo progetto culturale degno di nota a Lecco degli ultimi vent’ anni? Davvero la cultura per voi ha così poca importanza? Con tutto il rispetto, pensate siano più importanti i gemellaggi? O è solo perché lo proponeva la “parte avversa”?».

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Ogni anno, o quasi. le benemerenze civiche si presentano con uno strascico di polemiche e di rimostranze soprattutto da parte di chi è rimasto deluso per l’esclusione del proprio candidato. E così è stato quest’anno in particolare per Luca Cesana, assessore alla cultura negli anni ’90, artefice di quel “Lecco arte festival” all’interno di un’operazione di svecchiamento della cultura lecchese definita appunto l’«unico progetto culturale degno di nota degli ultimi vent’anni», morto giusto un anno fa a soli 46 anni, radicale, anticonformista, personalità dunque controversa, difficilmente incasellabile nelle vecchie categorie politiche di destra e sinistra. Tant’è vero che la benemerenza alla sua memoria era stata sottoscritta da tantissimi lecchesi di tutte le appartenenze politiche, dall’ex assessore Silvia Galbiati, al giornalista Enzo Scolari, da Daniele Nava all’ex sindaco Pino Pogliani.

A lamentare questa bocciatura, considerata clamorosa per ingiustizia, è l’attore lecchese Luca Radaelli, - dell’area della sinistra - leader del Teatro Invito, che appunto indica nel Partito democratico il responsabile dell’affondamento della candidatura, di conserva con la Lega che nei confronti di Cesana cova un antico e fortissimo livore individuandolo, a ragione, come uno degli artefici i della caduta della giunta Faggi. «Uno scandalo», questa esclusione per molti lecchesi. Una rimostranza tira l’altra e sulla scia di questa esternazione ecco che si fa largo un’altra obiezione: «E che dire del veto anche su Gianfranco Scotti? Candidatura, fra l’altro, sottoscritta da moltissimi cittadini, che, come al solito, contano zero. Complimenti anche da me». Così Angelo Rusconi, musicologo, dell’associazione culturale Res Musica, che recrimina sul fatto che un personaggio benemerito della cultura lecchese come Scotti sia stato di fatto impallinato dagli avversari politici con un ruolo anche di Vivere Lecco e del Pd, ben disposto a fare un dispetto ad Appello per Lecco, di cui fa parte lo Scotti, nel gioco delle tensioni di potere in atto tra gli alleati alla guida del Comune. «Non intendo assolutamente commentare - puntualizza la capogruppo del Carroccio, Cinzia Bettega -. Le polemiche si sono sempre state e sempre ci saranno». Anche se in questo caso i tre benemeriti - il collega giornalista Angelo Sala, la segretaria dell’associazione gemellaggi Elda Cattaneo e l’associazione Oykos - sui quali si è trovata una serena unanimità, non sono stati scelti a scapito di altri. Il regolamento infatti prevede un numero massimo di cinque riconoscimenti, dunque ci sarebbe stata la possibilità di assegnarne altri due. Allarga le braccia il segretario provinciale del Pd, Fausto Crimella: «Mi sembra veramente assurdo che Cesana non sia stato votato perché proposto dalla parte avversa, come pensa Radaelli».

E allora? Risponde il capogruppo comunale del Pd Stefano Citterio, componente della commissione: «Non si tratta di un giudizio di merito sulle persone - premette - Alla fine è prevalsa l’indicazione di evitare di assegnare la benemerenza ai politici troppo “contemporanei” per un giudizio sereno. Vale per Cesana, per Scotti, sebbene forse più uomo di cultura ma connotato politicamente, come anche per un altro candidato, un politico vicino a noi , morto tempo fa». È il deputato del Pd, nonché notissimo preside, Lamberto Riva.

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